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composizione del portafoglio

Perché adesso conviene assumere un posizionamento meno rischioso

Una selezione particolarmente attenta negli Emergenti, in Europa e in Giappone e un mix di equity beta e alcune strategie non direzionali dovrebbero funzionare bene.

13 Ottobre 2017 09:54
financialounge -  composizione del portafoglio GAM Larry Hatheway livello di rischio mercati azionari mercati obbligazionari

Se si prende come esempio l’indice generale dei fondi comuni, il rendimento medio di un portafoglio in fondi da inizio anno al 10 ottobre scorso è stato del +2,28% mentre negli ultimi 12 mesi è stato del +3,31%. Tuttavia, mentre l’indice dei fondi azionari segna un +8,86% da inizio 2017 (e +15,69% negli ultimi 12 mesi), l’indice dei fondi obbligazionari non va oltre un +0,9% (e addirittura ancora meno, +0,8%, negli ultimi 12 mesi).

Secondo alcuni addetti ai lavori, tale condizione dovrebbe proseguire anche per i prossimi 6-12, con i fondi azionari che andranno meglio rispetto a quelli obbligazionari. Altri osservatori, invece, suggeriscono di alleggerire le posizioni nelle asset class più a rischio che sarebbero alla vigilia di una forte correzione: un’ipotesi che, però, continua ad essere ventilata dal maggio scorso, facendo nel frattempo perdere opportunità di guadagno a chi l’avesse seguita pedestremente.

Secondo Larry Hatheway, Capo economista di GAM, dopo un anno di performance molto solide sui mercati azionari globali, con rendimento eterogeneo sul mercato dei governativi, è probabile che assisteremo ad un incremento delle condizioni di volatilità verso la fine del 2017 e nei primi mesi dell’anno prossimo. Le valutazioni sui listini globali sono piene, così come il livello da raggiungere in termini di utili. Per l’economista sono tre, in particolare i rischi principali su cui vale la pena concentrarsi nell’ultimo trimestre dell’anno, in quanto in grado, anche singolarmente, di compromettere il contesto di crescita moderata, bassa inflazione e politiche monetarie accomodanti che è stato alla base della solida performance degli asset di rischio durante l’anno.

“In primis, è probabile che la crescita cinese possa rallentare ma un indebolimento superiore alle previsioni potrebbe sfociare in una perdita di parte della fiducia nell’attività economica a livello globale. In secondo luogo, è probabile che le Banche centrali adottino una politica monetaria meno espansiva rispetto al passato. Infine, e siamo al terzo fattore di rischio, il raggiungimento della piena occupazione negli Stati Uniti, nel Regno Unito, e in alcune regioni del Vecchio Continente e Giappone, potrebbe generare un rialzo dell’inflazione che, se risultasse più veloce del previsto, potrebbe determinare politiche monetarie più stringenti proprio mentre crescita e utili calano” puntualizza Larry Hatheway che, alla luce di tali aspetti, ha assunto un posizionamento meno rischioso.

“Stiamo riducendo la nostra esposizione ai movimenti direzionali sia sui mercati azionari globali che su quelli obbligazionari. Seguendo le nostre strategie di relative return conserviamo l’esposizione ai mercati azionari, effettuando tuttavia una selezione particolarmente attenta negli Emergenti, in Europa e in Giappone” spiega Larry Hatheway, che rivela di puntare su strategie alternative risk premia, come ad esempio il merger arbitrage. L’economista è peraltro convinto che un mix di equity beta e alcune strategie non direzionali dovrebbero garantire soddisfazioni agli investitori nei prossimi trimestri.
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