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Ecco perché le retribuzioni USA salgono poco nonostante l’occupazione record

Ci sarebbero almeno cinque motivi in base ai quali la maggior parte dei lavoratori americani non ottiene un aumento delle retribuzioni di un certo rilievo.

12 Ottobre 2017 09:21
financialounge -  mercato del lavoro millennials occupazione produttività recessione USA

Le statistiche storiche parlano chiaro: quando l'economia statunitense è tanto forte come quella attuale le retribuzioni dei lavoratori crescono in media tra il 3% e il 4%, mentre nell’ultimo anno sono aumentate della metà con picchi massimi entro il 2,5 per cento. Secondo gli analisti ci sono vecchi e nuovi problemi che determinano questa situazione ‘anomala’.

In primis il passaggio di testimone tra baby boomers e millennials. Mentre i nati tra il 1945 e il 1964 (i cosiddetti baby boomers) stanno gradualmente andando in pensione con stipendi pesanti, i neo assunti (millennials) percepiscono retribuzioni più leggere: gli aumenti di cui beneficiano sono proporzionalmente più bassi sul totale. Il risultato è che la crescita media dei salari sembra molto peggio di quanto lo sia effettivamente.

Il secondo motivo è da ricercarsi nel mercato del lavoro globale che crea controlli sui prezzi. Gli americani sono direttamente o indirettamente in competizione con i lavoratori a livello mondiale come mai prima d’ora. Se i concorrenti stranieri utilizzano un costo del lavoro più economico, le imprese americane non possono aumentare troppo i loro salari.

In terzo luogo, i progressi tecnologici hanno generato una nuova rivoluzione nei modelli di business che riducono notevolmente i costi, compreso il costo del lavoro. Queste innovazioni potrebbero contribuire a determinare un ambiente a lungo termine di bassa inflazione che induce ulteriormente le imprese a mantenere stretti controlli sulla retribuzione dei lavoratori.

Poi ci sono le cosiddette cicatrici della recessione. Alcuni economisti sostengono la Grande Recessione del 2007-2009 ha reso gli americani meno sicuri e più timorosi di perdere il loro lavoro, portandoli a muoversi meno frequentemente e ad essere meno aggressivi nella ricerca di una remunerazione più elevata.

Infine un ultimo dato oggettivo: la bassa produttività. La produttività è infatti risultata insolitamente debole: è cresciuta in media l'1,1% dal 2007 al 2016, rispetto al 2,7% e al 2,2% nei due precedenti cicli economici. E, se i lavoratori non sono più produttivi nel loro lavoro, le imprese hanno meno incentivo per aumentare le loro retribuzioni.
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