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Idee di investimento – Obbligazioni – 11 settembre 2017

11 Settembre 2017 09:52
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“La crescita economica resta convincente e diffusa, non ci sono segnali di inflazione preoccupanti, le politiche monetarie restano accomodanti ma il rischio geopolitico suggerisce cautela nelle esposizioni più rischiose” sintetizza nell’articolo, “Il rischio geopolitico suggerisce cautela nelle esposizioni più rischiose”, Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR. Secondo il manager, emergono due segnali che rendono poco probabile il proseguimento della debolezza del dollaro affiorata negli ultimi mesi. In primis le posizioni speculative nel mercato sono fortemente concentrate su esposizioni corte (ribassiste) di dollari, circostanza che suggerisce un rallentamento delle pressioni in vendita. In secondo luogo, nonostante il dato sui nuovi occupati di agosto (inferiore alle aspettative), le condizioni del mercato del lavoro restano robuste: di conseguenza non si può affatto escludere né la riduzione del bilancio da parte della Fed e nemmeno un suo nuovo intervento sui tassi americani.

A proposito di tassi USA, la nuova escalation delle tensioni geopolitiche relative alla Corea del Nord suggerisce di diversificare il rischio azionario USA puntando sui titoli di stato americani. “Ci aspettiamo che i tassi di interesse aumentino, sebbene ad un ritmo molto lento, poiché le politiche monetarie degli Stati Uniti e della zona euro tenderanno a normalizzarsi in modo graduale” afferma, nell’articolo “Titoli di stato, perché possono ancora offrire una diversificazione del portafoglio”, Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist. Secondo lo strategist, le implicazioni avranno un impatto contenuto o, addirittura, negativo per le obbligazioni governative a livello globale a medio termine. Richard Turnill favorisce alcuni investimenti strategici sulle obbligazioni statali, tra le quali i TIPS (Treasury inflation protected Securities, i titoli di stato USA legati all’inflazione) per scopi di diversificazione ed è tendenzialmente contrario a detenere grandi allocazioni in contanti in quanto non diversifica il rischio azionario. “La nostra analisi evidenzia che i titoli di stato statunitensi hanno fornito rendimenti positivi nei periodi di declino significativo di azioni, sostenendo il proprio ruolo di diversificazione. Nei 22 mesi dal 2010 ad oggi caratterizzati da performance negative dell’azionario USA, i titoli obbligazionari governativi americani hanno registrato rendimenti positivi in ogni mese in cui le azioni hanno lasciato sul terreno il 2,5% o più con un’unica eccezione: il taper tantrum del maggio 2013” precisa Richard Turnill.

Intanto, il sistema bancario europeo non è più esposto a rischi sistemici mentre c’è la conferma della presenza di chiari segnali positivi per le banche italiane. “Non abbiamo alcun problema adesso ad assumere un’ampia esposizione a selezionati titoli delle banche italiane” afferma, nell’articolo “Banche, chiari segnali di miglioramento per gli istituti italiani”, Mondher Bettaieb Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel Asset Management. Le conclusioni del manager partono dalla constatazione che negli ultimi anni la situazione del sistema bancario italiano è migliorata sotto molti punti di vista. Stando all’ultimo “Rapporto sulla stabilità finanziaria” pubblicato da Banca d’Italia, i NPL (non performing loan) hanno raggiunto il picco nel 2015 per poi ridursi progressivamente negli anni successivi. Una conseguenza tangibile è il dimezzamento dei tassi di default (dal 5,2% del 2014 al 2,6% del 2016). Se si tiene conto dell’accelerazione delle vendite dei NPL nei bilanci delle banche italiane nel 2017 (si stima che possano raggiungere i 65 miliardi di euro), si intuisce che l’impatto negativo delle sofferenze sui bilanci bancari tenderà a ridursi ulteriormente.

Infine, continua a crescere l’interesse verso le tematiche ambientali e sociali. Un numero crescente di eventi di portata mondiale continua infatti a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di queste tematiche per il futuro del pianeta. Non deve stupire che anche nel settore finanziario il tema sia diventato di assoluto rilievo con soluzioni sempre più innovative come, per esempio, i green bond. Nell’articolo “Green bond, una gestione globale per una performance superiore al mercato” Chris Wigley, Senior Portfolio Manager di Mirova (gruppo Natixis), spiega agli investitori come possono muoversi in questo ambito con un focus sui green bond. “L’attenzione sui green bond da parte degli investitori istituzionali è in crescita, grazie anche alla trasparenza sull’utilizzo dei proventi e a informazioni sempre più di impatto che consentono ai green bond di offrire, al contempo, un rendimento di mercato paragonabile a quello offerto dai bond tradizionali. I green bond stanno dimostrando di essere una leva importante sui mercati finanziari quando si tratta di combattere il cambiamento climatico” afferma Chris Wigley che poi specifica la strategia del fondo Mirova Global Green Bond appena lanciato: “Consiste nella selezione di un minino del 70% fino al 100% del valore degli asset del fondo in emissioni green bond, che finanzino progetti volti ad apportare benefici ambientali, che danno priorità al settore dell’energia e alla transizione ambientale verso energie pulite e che aiutano gli investitori a migliorare la carbon footprint (la misura che esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente) del proprio portafoglio”.
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