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Giappone, prevalgono i fattori a favore rispetto agli ostacoli alla crescita

Le politiche reflazionistiche del primo ministro Shinzo Abe non hanno fallito, ma resta ancora molto da fare: incoraggianti i progressi nella corporate governance.

30 Agosto 2017 09:58
financialounge -  Bank of Japan Capital Group corporate governace giappone Seung Kwak yen

Se si analizzano i fattori che giocano a favore dell’economia giapponese e quelli che potrebbero rappresentare degli ostacoli o dei rischi, si può constatare che il bilancio pende a favore dei primi.

A sostenerlo è Seung Kwak, gestore del portafoglio di Capital Group, che ha fatto un bilancio delle politiche reflazionistiche del primo ministro Shinzo Abe e dei fattori che possono intralciare il percorso di crescita del Sol Levante.

“Riteniamo da tempo che le condizioni tese sul mercato del lavoro giapponese finiranno per tradursi in un’accelerazione della crescita dei salari e un incremento della spesa al consumo e dell’inflazione. La transizione, tuttavia, richiederà del tempo” spiega Seung Kwak sottolineando come il governo di Tokyo abbia adottato ulteriori misure a sostegno della crescita economica.

Di particolare rilievo, per Seung Kwak, è la riforma della corporate governance (un punto cardine dell’Abenomics) che gradualmente sta facendo registrare passi in avanti: le compagnie quotate, ad esempio, sono invitate a nominare amministratori esterni e a sviluppare un sistema efficace di governance.

“Resta, tuttavia, un certo margine di miglioramento. Rispetto agli Stati Uniti e all’Europa, in Giappone i rendimenti degli azionisti restano bassi. Il rapporto medio utili/dividendi, intorno al 30%, riflette la propensione mostrata finora dalle aziende per un livello eccessivo di disponibilità di cassa. La tendenza ad accumulare liquidità si sta invertendo in quanto i vertici aziendali sono diventati più attenti all’efficienza del capitale, spinti dall’intensificarsi della concorrenza” puntualizza Seung Kwak secondo il quale una maggiore attenzione per l’efficienza del capitale e il valore per gli azionisti dovrebbe portare le aziende giapponesi e, a sua volta, l’economia generale su un percorso di crescita sostenibile, dando nuovo impulso al mercato azionario.

Ma Seung Kwak avverte: le previsioni per gli utili restano esposte agli shock esterni. “L’incertezza delle politiche statunitensi e le tensioni geopolitiche, tra cui i rischi elettorali in Europa, potrebbero spingere lo yen al rialzo e minacciare gli utili aziendali. Stando al sondaggio Tankan pubblicato dalla Bank of Japan a marzo, le società giapponesi hanno basato le proprie previsioni di utile sull’ipotesi che lo yen venga scambiato in media a ¥108 contro il dollaro USA. Ma l’apprezzamento dello yen in momenti di turbolenza nei mercati potrebbe superare le attese” precisa il manager.

Infine, secondo Seung Kwak, altri motivi di preoccupazione sono da ricercare nell’aumento delle tendenze protezionistiche legato ai risultati delle principali elezioni in Europa, nelle decisioni politiche che saranno adottate a novembre in Cina in occasione del Congresso del Partito Comunista, e nelle incertezze intorno all’agenda politica statunitense, capaci di causare bruschi aumenti di volatilità sui mercati.
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