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Bruno Paulson

Tecnologia, ecco dove trovare crescita sostenibile e costante nel tempo

Riflettori puntati sul segmento delle imprese software e dei servizi IT che dovrebbero beneficiare più delle altre nei prossimi anni del passaggio al cloud.

30 Giugno 2017 11:48
financialounge -  Bruno Paulson composizione del portafoglio Morgan Stanley settore tecnologico volatilità William Lock

“La porzione di qualità più elevata all’interno del settore informatico (che oggi costituisce circa il 25% del portafoglio azionario globale) è costituita dall’area software e servizi IT più che dall’hardware, che è maggiormente ciclico, presenta un’intensità del capitale sensibilmente superiore ed è costantemente minacciato dalla commoditizzazione (il processo di trasformazione che rende i prodotti e i servizi una sorta di commodity senza valore aggiunto)” fanno presente Bruno Paulson, Managing Director di Morgan Stanley IM e William Lock, Head of International Equity Team di Morgan Stanley IM.

Secondo i due manager, questo fenomeno è stato accelerato dall’affermazione dei fornitori di cloud pubblico, società che utilizzano l’hardware in maniera più efficiente e si fabbricano da sole le macchine, oppure sfruttano il loro enorme potere d’acquisto per procurarle anche ad altri. Inoltre, le aziende tradizionali operanti nel campo della commutazione e dell’instradamento devono adeguarsi alla nuova realtà, nella quale i software intaccano la loro rilevanza.

Come accade con tutti i cambiamenti radicali, il passaggio al cloud comporta alcuni rischi per i fornitori di software preesistenti, a causa dell’arrivo di nuovi concorrenti ‘nativi cloud’. I manager devono essere pronti a investire nel cambiamento e a cannibalizzare alcuni elementi delle loro attività esistenti. Dopo la transizione al nuovo contesto caratterizzato dal passaggio al cloud, le case di software sono più stabili e prevedibili, in quanto i ricavi da licenza una tantum sono sostituiti dai flussi reddituali basati sui canoni annui, e ciò rende i risultati più stabili e meno vulnerabili ai rallentamenti del ciclo economico.

Inoltre, esiste l’opportunità di crescere più velocemente, poiché la vendita di prodotti superiori ai clienti (il cosiddetto upselling) è molto più facile in un ambiente cloud che non in una situazione in cui si devono installare moduli aggiuntivi su ogni macchina, come accadeva in passato.

Stesso discorso per la cosiddetta stickiness la maggiore capacità di trattenere i client, che consente di incrementare il valore attuale netto dei clienti. “L’altro elemento favorevole che il settore informatico offre rispetto a quanto accadeva nel 2007 è quello valutativo” sostengono Bruno Paulson e William Lock che poi spiegano: “Si tratta di uno dei pochi settori a essere più conveniente rispetto a dieci anni fa in termini assoluti. In base agli utili forward (attesi nei prossimi 12 mesi), il premio del settore tecnologico rispetto all’indice MSCI World delle Borse mondiali è calato bruscamente dal 34% al 14%, anche se si includono le società in fase iniziale, che hanno, notoriamente, valutazioni molto elevate”.

Per i due manager, il mondo è inoltre un luogo molto insicuro al momento, mentre le valutazioni non sembrano rifletterlo: l’indice MSCI World scambia infatti a 16,6 volte gli utili dei prossimi 12 mesi, ipotizzando un tasso di crescita a doppia cifra. Ancor più difficile da giustificare è il livello del VIX, un indicatore della volatilità dell’S&P, che sotto quota 10 (quanto vale attualmente, e più o meno dall’inizio dell’anno) è prossimo ai minimi storici.

“In un contesto nel quale la possibilità che si possa sperimentare qualche incidente di percorso sembra essere del tutto ignorata o quantomeno sottostimata, le società in grado di generare una crescita sostenibile e relativamente costante nel tempo, anche in caso di peggioramento dello scenario operativo, costituiscono una porzione importante di un portafoglio. A nostro avviso, le aziende informatiche di un certo tipo e con i management giusti sono tra le poche a soddisfare tali requisiti” concludono Bruno Paulson e William Lock.
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