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Keith Wade

Mercati, emerge una carenza di titoli veramente sicuri su cui investire

Alla fine del primo semestre il quadro economico globale è piuttosto positivo sebbene permangano divergenze tra il ciclo americano e quello della zona euro.

29 Giugno 2017 09:49
financialounge -  Keith Wade mercati azionari Schroders trend

“Riteniamo che ci sia una carenza di titoli veramente sicuri su cui investire. Sicuramente, la preferenza verso i segmenti difensivi e di alta qualità del mercato azionario da parte degli investitori indica una consapevolezza del fatto che esistono rischi nello scenario attuale” commenta Keith Wade, Chief Economist & Strategist di Schroders, notando inoltre come il successo riscosso dal settore tecnologico deriva dalla considerazione che venga percepito come una storia di crescita di lungo termine che rimane lontana dai fattori politici e macroeconomici di breve termine.

A chi gli fa notare che l’indice VIX che misura la volatilità del mercato stazioni a livelli molto bassi, lo strategist indica buoni motivi. “Se anche la Federal Reserve aumentasse i tassi di interesse più velocemente rispetto alle aspettative attuali, la liquidità globale sarebbe comunque abbondante, dato che le Banche Centrali in Giappone e in Europa stanno continuando con il quantitative easing. E anche l’inflazione non sembra rappresentare un rischio, nonostante il ciclo economico in movimento: la crescita dei salari al momento continua infatti ad essere contenuta nella maggior parte delle economie più importanti” puntualizza Keith Wade, secondo il quale la crescita diffusa a livello globale iniziata la scorsa estate continua e offre sostegno agli asset rischiosi.

Ma c’è di più. Se la stagione degli utili del primo trimestre si è rivelata molto positiva, le previsioni sui profitti aziendali continuano ad essere riviste al rialzo.

Sullo sfondo permangono divergenze tra i cicli economici delle economie avanzate, con gli Stati Uniti in una fase avanzata e l’Eurozona in recupero. Inoltre, all’interno della zona euro alcuni Paesi, come la Germania, mostrano un’economia solida e e altri, come l’Italia, in ritardo: queste differenze spiegano le politiche monetarie divergenti.

“Tuttavia, il PIL globale continua a situarsi ben al di sotto del livello che avrebbe raggiunto se la crisi finanziaria non fosse avvenuta. Questa perdita di output potrebbe non essere mai recuperata” conclude Keith Wade.
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