Fondi, le incertezze politiche europee fanno evitare gli azionari
Dopo l’ottimo risultato di gennaio, mese nel quale avevano raccolto oltre un miliardo di euro, a febbraio i fondi azionari hanno accusato una raccolta negativa per 55 milioni.
Un risultato che sembrerebbe non essere giustificato dagli andamenti delle borse a febbraio (i principali indici azionari, da Wall Street all’Europa, dal Giappone all’Italia hanno infatti chiuso il mese in territorio ampiamente positivo, con rialzi tra i due e i cinque punti percentuali), quanto piuttosto dalle preoccupazioni circa l’esito delle imminenti elezioni politiche in Europa: in Olanda e, soprattutto, in Francia.
Le famiglie italiane, come dimostrano i dati appena diffusi da Assogestioni, hanno infatti preferito i fondi obbligazionari (2,8 miliardi), i flessibili (1,7 miliardi) e i bilanciati (1,1 miliardi) a dimostrazione che prediligono portafogli meno esposti direttamente sui listini azionari.
Peraltro, all’interno dei fondi flessibili e bilanciati trovano spazio sia i prodotti più innovativi dell’industria del risparmio gestito (dai multi asset ai prodotti con una scadenza prefissata, da quelli a cedola ai prodotti con una determinata protezione del capitale) e sia i PIR (piani individuali di risparmio). Questi ultimi, appena lanciati sul mercato e dedicati anche al finanziamento delle PMI italiane allo scopo di creare un collegamento diretto tra il risparmio delle famiglie e le piccole e medie imprese del nostro paese, offrono allettanti vantaggi fiscali e stanno cominciando a registrare buone adesioni da parte dei sottoscrittori.