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Parità del salario tra uomini e donne, Italia quarta tra i paesi OCSE

La differenza di retribuzione tra uomini e donne in Italia è del 5,6%, un gap inferiore a Francia e Germania. Aumentano le quote rosa nei board delle grandi aziende.

8 Marzo 2017 15:21
financialounge -  donne francia germania italia OCSE salari

L’Italia è un paese per donne? Per diversi motivi, ancora no. Ma per quanto riguarda la parità dei salari siamo (inaspettatamente) un passo avanti ad altri paesi. A certificarlo è l’OCSE, che nel giorno dedicato alle donne e alla lotta per la parità di genere ha diffuso alcune statistiche riguardanti il lavoro femminile nel mondo.

Tra queste, spicca la classifica delle differenze di retribuzione tra uomini e donne. Secondo questi dati l’Italia è al quarto posto tra i paesi in cui gli stipendi maschili e femminili sono simili. Il gap medio rilevato sugli stipendi lordi 2015 (o sulla base dei dati più recenti a disposizione) è del 5,6%, decisamente più basso rispetto a Francia (13,7%) e Germania (17,1%).

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Meglio di noi fanno solamente il Belgio, dove la differenza è del 3,3%, il Lussemburgo e la Slovenia, paesi in cui il gap retributivo di genere è rispettivamente del 4,1% e del 5%. La Spagna, con una differenza salariale dell’8,6%, riesce a entrare nella top ten mondiale mentre Regno Unito e USA (16,9% e 18,9%) fanno molto peggio della media OCSE, pari al 14,7%.

In fondo alla classifica si piazza la Corea del Sud, dove in media un uomo guadagna oltre un terzo in più rispetto a una donna. Male anche Estonia e Giappone, con gap del 28,3% e del 25,9%.

Si registrano progressi, anche se c’è ancora molta strada da fare, per quanto riguarda la percentuale di donne presenti nei consigli di amministrazione delle più importanti aziende quotate in borsa. Secondo i dati OCSE riferiti al 2016, l’Italia è al quinto posto con il 30%, dietro a Islanda (44%), Norvegia (41%), Francia (37%) e Svezia (36%). Dal 2010 a oggi, però, l’Italia ha avuto il merito di passare da un misero 5% di donne nei principali board aziendali all’attuale 30%, intervallato da un 15% nel 2013.
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