BCE

Inflazione eurozona, attenzione alle false partenze

Gli ultimi dati sull’inflazione della zona euro si confermano al rialzo ma si tratta di una tendenza che potrebbe essere momentanea: ecco come non farsi sorprendere.

6 Febbraio 2017 09:45

financialounge -  BCE Eurozona inflazione Michael Althof PIMCO
Nonostante i recenti dati, nel corso dei prossimi anni si intravede un percorso di crescita dell’inflazione nella zona euro in graduale aumento verso l’obiettivo del 2% indicato dalla BCE.

“Non si può escludere che vi sia ancora il rischio che un aumento dell'inflazione negli Stati Uniti, trainato dai provvedimenti dell’amministrazione Trump, possa propagarsi all’'Europa” sostiene Michael Althof, Portfolio manager di PIMCO, specializzato nelle strategie di Real Return che, in quest’ottica, suggerisce agli investitori sprovvisti al momento di coperture dai rischi di inflazione di pensare a possibili strategie per proteggere i loro portafogli.

In ogni caso, nell’ambito dell’inflazione, meglio fare attenzione alle false partenze. Una riflessione più che giusta alla luce della lettura dei dati sulle stime flash di gennaio dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP) della zona euro che si è posizionato a quota +1,8%, rispetto a gennaio 2016, con un balzo significativo se confrontato con il +1,1% di dicembre.

“Tuttavia se è vero che l'inflazione potrebbe aumentare ulteriormente nel corso dei prossimi mesi, è altrettanto vero che non scorgiamo alcuna evidenza di una ripresa dell'inflazione core” (quella che esclude i prezzi dell'energia e dei prodotti alimentari), puntualizza Michael Althof.

Per il manager, infatti, l'aumento dell’HICP della zona euro (peraltro ampiamente previsto) riflette principalmente i prezzi del petrolio più elevati che si confrontano con i livelli minimi registrati dal greggio tra il dicembre 2015 e il gennaio 2016. Stesso discorso nel settore degli alimenti non trasformati, dove i prezzi erano deboli all'inizio del 2016 a causa di un inverno insolitamente caldo e che adesso, al contrario, affrontano una pressione al rialzo a causa delle temperature molto più fredde di quest'anno.

“Prevediamo che queste forze possano continuare fino ad aprile, spingendo l'inflazione armonizzata anche oltre l’1,8%. Ma da maggio in poi gli effetti dovrebbero, con ogni probabilità, svanire e, con essi, l'inflazione che dovrebbe posizionarsi intorno all1,5%, rimanendo stabile intorno a quel livello per il resto dell'anno” commenta Michael Althof, secondo il quale l’inflazione ‘core’ della zona euro dovrebbe muoversi di poco dall’attuale livello (0,9%) per concludere l'anno a circa l’1,1%.

Detto questo, non si può affatto escludere che i numeri dell’inflazione della zona euro in rialzo possano esercitare una certa pressione sulla BCE, sebbene sia al momento improbabile che possa modificare la propria politica monetaria.

“Tuttavia, i mercati potrebbero valutare che Draghi possa optare per una normalizzazione dei tassi prima del previsto che, a cascata, potrebbe portare ad un inasprimento delle condizioni finanziarie precoci rispetto ad una crescita economica ancora debole” conclude Michael Althof.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da Pimco


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