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Giappone, perché adesso il bicchiere è mezzo pieno

Non mancano certo i rischi che possono intralciare la crescita del Giappone ma, nel breve periodo, sembrano prevalere gli aspetti positivi per l’economia e le aziende.

11 Gennaio 2017 09:28
financialounge -  BlackRock esportazioni giappone profitti aziendali Richard Turnill yen

Potrebbe materializzarsi il rischio di un rimbalzo dello yen, oppure le implicazioni di un rallentamento della crescita in Cina, o, ancora, un improbabile cambiamento nella politica monetaria della Bank of Japan (BoJ). Resta il fatto che per Richard Turnill, BlackRock’s Global Chief Investment Strategist, per ora prevalgono le opportunità per le esportazioni giapponesi e, di riflesso, anche per le aziende del Sol Levante.

È quanto emerge dal commento settimanale ai mercati dal titolo ‘The case for currency-hedged Japanese stocks’, nel quale lo strategist analizza lo stato dell’economia giapponese. Innanzitutto, secondo Richard Turnill, lo yen è destinato a rimanere debole anche per effetto della decisione della BoJ di ‘ancorare‘ a zero i rendimenti dei titoli di stato decennali che incoraggia gli investitori locali ad acquistare obbligazioni estere a più alto rendimento.

“Al di là di uno yen debole, ci sono timidi segnali che delineano l’inflazione locale in ripresa, alla luce del picco mensile in ottobre dei prezzi al consumo (il maggiore negli ultimi 25 anni). Il nostro indicatore economico BlackRock Macro GPS implica che ci potrebbe essere anche un rialzo delle sorprese di crescita globale e giapponese” puntualizza Richard Turnill.

Ne deriva che le stime sui profitti giapponesi sono destinate ad aumentare. Le variazioni delle stime di crescita degli utili per i prossimi 12 mesi (alla luce dei profitti pubblicati nell’ultimo trimestre) sono vicine al picco degli ultimi due anni. D’altra parte, i relativamente bassi margini di profitto aziendali del Giappone, implicano che un incremento dei ricavi può avere un impatto significativo sui margini e profitti aziendali futuri.

“La nostra analisi degli ultimi 35 anni mostra che un aumento di un punto percentuale nel prodotto interno lordo reale globale (PIL) ha storicamente fornito una spinta del 21% per gli utili giapponesi, rispetto al 5% degli Stati Uniti. Inoltre sembra essere stato sottovaluto lo slancio della riforma complessiva del governo e altri aspetti positivi, come per esempio gli acquisti sul mercato da parte dalla Banca del Giappone (BoJ), la maggior predisposizione da parte delle imprese al riacquisto di azioni proprie e alla distribuzione di dividendi” conclude Richard Turnill.

** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge. Una parte di contenuti e dati gentilmente concessi da BlackRock

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