BCE

Gli impatti di un ambiente di tassi di interesse globale meno favorevole

30 Novembre 2016 09:24

financialounge -  BCE Federal Reserve mercati emergenti petrolio tassi di interesse titoli di stato
ass="p1">Il rialzo dei tassi d’interesse USA e la graduale riduzione del QE da parte della BCE farà pressione sui tassi di interesse dei mercati obbligazionari dei paesi EMEA.

Il prossimo mese potrebbe rappresentare l’apice dell’ambiente di tassi di interesse favorevole a livello globale. Infatti, in base ad alcune recenti stime, la Federal Reserve dovrebbe aumentare il suo tasso monetario all’1,15% entro la fine del prossimo anno e fino all’1,65% entro la fine del 2018, mentre la BCE dovrebbe iniziare nel mese di settembre 2017 a ridurre i flussi di acquisto sul mercato di titoli obbligazionari euro.


Se così fosse, il supporto di liquidità delle principali banche centrali registrerebbe il picco post-crisi nel mese di dicembre 2016 per poi ridursi gradualmente nei prossimi due anni. Uno scenario che configurerebbe implicazioni sui tassi dei rendimenti dei titoli di stato. Quelli del Tesoro USA, per esempio, si stima possano attestarsi al 2,25% entro la fine del 2017 e al 2,50% entro la fine del 2018, mentre in area Euro le proiezioni parlano di bund a 10 anni al 0,5% entro la fine del prossimo anno e allo 0,9% entro la fine del 2018.


Un ambiente di tassi di interesse in aumento a livello globale sarebbe però vincolante per le politiche monetarie dei mercati emergenti EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa) al punto da richiedere aumenti dei tassi di interesse interni per sostenere le valute e le obbligazioni dei mercati emergenti e contrastare possibili deflussi di capitale estero.


Le ripercussioni sui rendimenti più elevati a livello mondiale saranno sentite in modo più acuto nei paesi con elevati disavanzi esteri (come per esempio Turchia e Sud Africa) e nei paesi con forte presenza di investitori stranieri nel mercato obbligazionario in valuta locale (Sud Africa, Polonia e, in misura minore, Ungheria).


Al contrario alcuni dei paesi esportatori di petrolio (in particolare Russia e Kazakistan) dovrebbero beneficiare di una spinta al loro surplus commerciali ed essere in grado di continuare la loro politica di cauto allentamento monetario nonostante il restringimento dei differenziali dei tassi di interesse.


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