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Le sette lezioni d’investimento dopo Brexit e in attesa del referendum italiano

Quattro mesi dopo la vittoria della Brexit e a meno di due dal referendum costituzionale italiano si possono delineare sette lezioni utili per le scelte d’investimento.

21 Ottobre 2016 08:47
financialounge -  Brexit diversificazione gestione del rischio globalizzazione mercati valutari prudenza referendum selezione settore tecnologico volatilità

Dopo quattro mesi dalla vittoria del fronte pro Brexit nel referendum del Regno Unito del 23 giugno scorso, e in attesa del referendum costituzionale italiano del prossimo 4 dicembre, si possono trarre alcune prime conclusioni di rilievo per le scelte di portafoglio.

E questo a prescindere dal fatto che vi siano divergenti opinioni in merito: mentre negli Stati Uniti diversi osservatori ritengono che questi eventi siano solo ed esclusivamente di natura politica (e che quindi poco avrebbero a che fare con i mercati), in Europa prevale la convinzione che le implicazioni del voto siano di rilievo per l’economia e per i mercati finanziari. In tutti i casi, si possono delineare sette lezioni d’investimento per gli investitori.

In primis, non è assolutamente facile prevedere i risultati politici nel corso dei prossimi 12 mesi (elezioni presidenziali americane, referendum costituzionale italiano, elezioni politiche in Francia e in Germania nel 2017) e, soprattutto, i possibili impatti sull’economia e sui mercati.

In secondo luogo, i mercati restano fragili: sebbene sembrano aver ritrovato una certa stabilità dopo lo shock iniziale (sia dopo la crisi del renminbi cinese dell’agosto 2015, che dopo il crollo dei mercati finanziari a inizio di quest’anno, e sia anche dopo il contraccolpo della Brexit) restano comunque esposti alle turbolenze geopolitiche ed economiche.

In terzo luogo, il futuro è sempre più dipendente dalla globalizzazione e dalla tecnologia che hanno (ed avranno sempre più) importanti conseguenze sull’economia e sulla vita sociale di tutti i giorni.

Gli investitori nei mercati sviluppati, e siamo alla quarta lezione, non possono permettersi di ignorare la volatilità delle valute: quindi un’attenta diversificazione di portafoglio non più prescindere anche da una gestione attiva dei rischi valutari.

A proposito di diversificazione, la quinta lezione riguarda proprio la sua importanza per riuscire a contrastare le oscillazioni dei prezzi.

In sesto luogo occorre allargare l’orizzonte temporale d’investimento tenendo conto che le banche centrali manterranno comunque un profilo espansivo nei prossimi anni.

Infine, e siamo alla settima lezione, mancano dei driver importanti che possano giustificare un rialzo permanente degli indici di Borsa: quindi prudenza e selezione nelle scelte in ambito azionario.
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