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Obbligazioni, come selezionare le emissioni bancarie europee

Le emissioni obbligazionarie bancarie europee consentono di disporre di rendimenti più alti della media di mercato ma con rischi che vanno attentamente valutati.

17 Ottobre 2016 09:33
financialounge -  Europa Jeremy Smouha mercati obbligazionari settore bancario

Il settore bancario è stato tra i più colpiti dalle vendite in borsa da inizio anno. Basti pensare che, dal primo gennaio al 14 ottobre scorso, mentre lo Stoxx 600 (rappresentativo di tutte le principali piazze finanziarie europee) evidenziava una perdita del 7,1%, lo Stoxx 600 banche mostrava una correzione del 21,7%. Allo stesso modo anche le emissioni obbligazionarie bancarie hanno sofferto, registrando forti oscillazioni di prezzo durante gli ultimi 12 mesi.

È anche vero che i bond bancari rendono in media (per le scadenze al di sotto dei 10 anni) oltre il 2% netto (ovvero il 2,7% lordo) contro rendimenti compresi tra lo tra lo 0,04% lordo del BTP triennale e l’1,39% del BTP decennale.

Occorre però distinguere tra emittente ed emittente e, all’interno del singolo emittente, anche tra le obbligazioni a più alta affidabilità e quelle più rischiose (che potrebbero essere coinvolti nella procedure di salvataggio interno, bail-in, nel caso di fallimento o ristrutturazione della banca).

Un esercizio che il piccolo risparmiatore sprovvisto delle necessarie competenze deve lasciar fare ai gestori attivi e specializzati nello sfruttare l’attuale volatilità dei mercati per acquisire le migliori emissioni a prezzi scontati qualora si verificassero condizioni di vendite indiscriminate.

“Il settore europeo si è irrobustito in modo significativo negli ultimi anni, grazie al consistente rafforzamento della quota di capitale adesso disciplinato da Basilea III (la riforma che mira a rafforzare le banche dopo la crisi)” premette Jeremy Smouha, Manager delle strategie [tooltip-fondi codice_isin="IE00B567SW70"]GAM Star Credit Opportunities[/tooltip-fondi], che poi aggiunge: “In virtù di questa nuova stabilità, anche qualora un istituto dovesse soffrire, non dovrebbe riuscire ad innescare vendite indiscriminate e fallimenti in tutto il sistema come avvenuto storicamente”.

Alcuni recenti risultati aziendali positivi hanno interessato alcuni emittenti in portafoglio al fondo di Jeremy Smouha (come per esempio Lloyds che ha evidenziato un Roe, return on equity, del 14%). In altri casi, invece, il manager ha ritenute interessanti alcune nuove emissioni (come il bond tier II di Clydesdale Bank). Il tutto senza trascurare le opportunità anche al di fuori dei finanziari (come le emissioni di Louis Dreyfus e di Glencore).

Ma quali conseguenze potrebbero esserci nel caso in cui i tassi salissero? “In quest’ottica, preferiamo assumere un approccio relativamente neutrale ai cambiamenti dei tassi di interesse. Per metterlo in pratica, abbiamo destinato una quota importante del nostro portafoglio a favore emissioni obbligazionarie a tasso fisso e un’altra quota altrettanto consistente in emissioni a tasso variabile o misto” puntualizza infine Jeremy Smouha.
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