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Negli Stati Uniti il latte sta facendo la fine del petrolio

Se ne produce troppo, i prezzi sono crollati e non coprono più nemmeno il costo del trasporto. Così milioni di galloni di latte finiscono versati nei campi.

14 Ottobre 2016 09:00
financialounge -  commodities USA

Non c’è solo l’oil glut, vale a dire la marea di greggio prodotto a prezzi bassi da Sauditi e company per mandare fuori mercato i concorrenti americani costringendoli a chiudere centinaia di impianti di estrazione di shale oil.
Ora in America è esploso anche il milk glut, con allevatori e produttori di latticini costretti a eliminare decine di milioni di galloni di latte in eccesso, a causa di una sovracapacità che ha fatto crollare i prezzi e ha riempito i magazzini di formaggio.

Il Wall Street Journal riporta che oltre 43 milioni di galloni di latte sono stati riversati nei campi o trasformati in alimenti per animali solo nei primi otto mesi del 2016. Abbastanza latte da riempire 66 piscine olimpiche, la più grande distruzione da almeno 16 anni.
Ora i produttori sono alla ricerca disperata di trovare nuovi utilizzi per il latte in eccesso, tipo aumentare le razioni di latte nelle mense scolastiche e la componente di latticini in tacos e muffin. Ma ai prezzi correnti il latte non vale neanche il costo del trasporto ai punti vendita o di distribuzione: rispetto al record toccato nel 2014 siamo sotto del 36% in media.

Dal Minnesota al New England, tutti svendono il latte, che solo due anni fa scarseggiava, inducendo i produttori di latticini e carne in USA, e non solo, ad aumentare la capacità. Insomma, un classico ciclo delle commodities: la domanda in crescita fa salire i prezzi, i produttori aumentano la capacità per intercettare la bonanza, fino a che la capacità supera di gran lunga la domanda e i prezzi crollano.

Ma il fenomeno riguarda tutta la catena alimentare, con i raccolti di mais e di soia ai massimi record e gli impianti di produzione della carne e di pollame che girano al massimo. Il risultato sono prezzi in caduta e margini degli imprenditori agricoli avviati al terzo anno consecutivo di calo.
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