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Rischi di recessione negli USA, ecco cosa segnala il credito

Il credito (bond societari sia investment grade che high yield) offre interessanti segnali per predire la recessione negli USA: attualmente le probabilità sono al 31%.

29 Settembre 2016 10:25

financialounge -  dollaro leva finanziaria mercati azionari mercati obbligazionari recessione sofferenze bancarie USA
Il mercato del credito è da sempre una delle fonti di informazioni più utilizzate dagli analisti per cercare di prevedere, in anticipo, l’arrivo di una recessione. Un esercizio diffuso soprattutto negli Stati Uniti grazie al fatto che il legame tra mercati finanziari ed economia reale è molto stretto, i mercati piuttosto efficienti e le serie storiche disponibili sono pluridecennali: la combinazione di questi tre fattori, rende le analisi del credito come predittive per le recessioni in arrivo negli Stati Uniti piuttosto affidabili.
Una delle indagini più approfondite in questo ambito è quella condotta da una importante banca d’affari svizzera che copre la relazione tra credito e probabilità di recessione dal 1961 ad oggi.
Ebbene il loro modello sul credito stabilisce che la probabilità di recessione negli Stati Uniti tra questo trimestre e il secondo trimestre del 2017 si attesta attualmente al 31%. Si tratta di un livello al di sopra della media dei periodi post-crisi, ma che si è stabilizzato nel range tra il 28% e il 32% dal secondo trimestre dello scorso anno. Da segnalare inoltre che dal 1961 nei sette periodi principali di recessione in America, tale percentuale si è sempre collocata al di sopra del 60%.

Precisato tutto questo che cosa sta mitigando i rischi di credito?
Il dollaro, le rate di interessi e le sofferenze bancarie. Nel secondo trimestre del 2016 i profitti esteri delle controllate americane sono balzati del +3,1%, il più ampio incremento dal quarto trimestre del 2010. Gli specialisti della banca d’affari svizzera si aspettano che questo trend continui. Nei prossimi trimestri, la stabilizzazione del dollaro dovrebbe fornire un supporto favorevole ai profitti e tutto questo dovrebbe essere di supporto alle imprese di alta qualità dell’indice S&P500.
Un atteggiamento complessivamente più accomodante da parte delle banche centrali, i tassi di interesse negativi in molti titoli di stato e nelle emissioni societarie di alta qualità, e l'appetito degli investitori per il rendimento hanno contribuito a ridurre il tasso di crescita degli interesse che le aziende devono sostenere.
Un trend che ha impedito alle probabilità di recessione di salire nella fascia compresa tra il 35% e il 40%.

Infine, pure le sofferenze bancarie sono diminuite dall’1,57% del 1° trimestre a 1,49% del secondo trimestre di quest’anno, evidenziando una gradevole sorpresa positiva dopo l'aumento che avevano evidenziato nel 1° trimestre.

Che cosa, al contrario, sta sostenendo il rischio recessione?
Leverage, profitti domestici e le condizioni generali dei prestiti. Secondo gli analisti svizzeri, l’aumento della leva finanziaria rappresenta l’indicatore più preoccupante in quanto la crescita del debito (+ 5,5% su base annua) continua a superare i profitti delle imprese non finanziarie (-5,4% su base annua): una tendenza che potrebbe continuare nei prossimi trimestri. Inoltre le emissioni lorde di titoli di alta qualità sono proiettate a registrare un nuovo record annuale a 1.400 miliardi di dollari nel 2016, in crescita del 9% rispetto al 2015. Il tutto mentre i profitti domestici stanno mostrando segni di affaticamento: nel secondo trimestre hanno messo a segno una caduta del 5,4% trimestrale e questo sottolinea la preoccupazione sul futuro delle small cap americane e sulle emissioni obbligazionarie ad alto rendimento In ogni caso, secondo gli analisti svizzeri, il tasso di probabilità di recessione al 31% negli Stati Uniti, non compromette la possibilità di ulteriori rialzi per l’'S&P500.

Gli esperti svizzeri si aspettano che i titoli azionari ad alto dividendo possano continuare a offrire interessanti performance così come i titoli azionari assimilabili ai bond (come, per esempio, le utilities di più alta qualità) in uno scenario di stagnazione secolare e bassa tassi privi di rischio.
Nel caso degli high yield il discorso è diverso. Il loro rialzo di quest'anno è in netto contrasto con ogni precedente storico nei quali il segmento delle obbligazioni high yield è sempre stato negativo (in termini di rendimento) durante le fasi di probabile recessione. Secondo gli analisti svizzeri, il futuro delle performance degli high yield dipenderà esclusivamente dal miglioramento dei fondamentali

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