Arabia Saudita
Arabia Saudita 2030, importanti opportunità per l’export italiano
Il piano di trasformazione dell’economia in Arabia Saudita prevede meno petrolio e più industria e privati e potrebbe incrementare ulteriormente l’export italiano.
2 Settembre 2016 10:01
Negli ultimi tre anni il totale dell’export italiano verso l’Arabia Saudita è passato dai 4,5 miliardi di euro del 2013 ai 5,1 miliardi del 2015 con un incremento del 13% nel biennio. In prima fila, tra i settori del made in Italy che più hanno mercato si sbocco nel paese arabo, i macchinari e le apparecchiature, seguito a distanza da prodotti alimentari, prodotti chimici, autoveicoli, mobili, prodotti per la metallurgia. Settori che, nei prossimi 15 anni, potrebbero disporre di un mercato in forte espansione.
Infatti, secondo il piano di trasformazione economica varato dal governo di Riad, il PIL dell’Arabia Saudita dovrebbe crescere dagli 800 miliardi di dollari attuali ai 1.600 miliardi entro il 2030 ma con una sostanziale differenza per quanto riguarda la composizione dei segmenti che lo alimenteranno.
Infatti, mentre oggi, il petrolio incide per il 46% del PIL nominale del paese, il settore pubblico con il 16% e il settore privato con il 38%, nel 2030 l’apporto dell’industria petrolifera sarà circoscritto all’11%, dando spazio al PIL generato dal settore privato (84%) e solo in parte a quello pubblico (5%).
Il piano di trasformazione dell’economia varato da Riad punta infatti ad un’ampia diversificazione dell’economia del paese creando opportunità di investimento per le compagnie straniere soprattutto nei settori manifatturiero, informatico, turismo, difesa, sanità, estrattiva, istruzione: settori che, come abbiamo visto, in molti casi sono già presidiati dalle imprese dell’export italiano.
Gli esperti del governo saudita hanno poi individuato nello sviluppo della diffusione digitale una delle priorità del piano: non a caso uno degli obiettivi strategici consiste nel totalizzare l’80% delle vendite al dettaglio tramite il canale e-commerce entro il 2030.
Infatti, secondo il piano di trasformazione economica varato dal governo di Riad, il PIL dell’Arabia Saudita dovrebbe crescere dagli 800 miliardi di dollari attuali ai 1.600 miliardi entro il 2030 ma con una sostanziale differenza per quanto riguarda la composizione dei segmenti che lo alimenteranno.
Infatti, mentre oggi, il petrolio incide per il 46% del PIL nominale del paese, il settore pubblico con il 16% e il settore privato con il 38%, nel 2030 l’apporto dell’industria petrolifera sarà circoscritto all’11%, dando spazio al PIL generato dal settore privato (84%) e solo in parte a quello pubblico (5%).
Il piano di trasformazione dell’economia varato da Riad punta infatti ad un’ampia diversificazione dell’economia del paese creando opportunità di investimento per le compagnie straniere soprattutto nei settori manifatturiero, informatico, turismo, difesa, sanità, estrattiva, istruzione: settori che, come abbiamo visto, in molti casi sono già presidiati dalle imprese dell’export italiano.
Gli esperti del governo saudita hanno poi individuato nello sviluppo della diffusione digitale una delle priorità del piano: non a caso uno degli obiettivi strategici consiste nel totalizzare l’80% delle vendite al dettaglio tramite il canale e-commerce entro il 2030.
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