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Crolli di borsa, le lezioni del passato

27 Giugno 2016 10:00

financialounge -  borsa diversificazione
uta dei listini di venerdì scorso è stata la peggiore dal crollo dei mercati seguente al fallimento della banca d’affari USA Lehman Brothers. Si stima che in un solo giorno le Borse di tutto il mondo abbiano visto evaporare, per effetto del brusco calo delle quotazioni, 2.000 miliardi di dollari di capitalizzazione.

A livello di indici, se l’S&P500 di Wall Street ha limitato (per modo di dire) le perdite al -3,6%, il Nikkei 225 ha lasciato sul parterre il 7,92%, l’Eurostoxx il 7,66% e il Ftsemib di Piazza Affari addirittura il 12,48% (peggior calo di sempre in una sola seduta di Borsa).

È piuttosto normale che, in un simile contesto, gli investitori siano in apprensione per i propri risparmi. Ma prima di prendere decisioni senza possibilità di appello è bene sapere quello che è successo in due precedenti grandi crisi dei mercati finanziari, quella del 2008 e quella del 2011. Ripercorriamole insieme.

Il 15 settembre 2008 i mercati apprendono del fallimento della Lehman Brothers che, di fatto, scatena il più grande crollo dei mercati finanziari del dopoguerra. L’indice Eurostoxx perde dal 15 settembre 2008 al 9 marzo 2009 il 45,2% del proprio valore. Nello stesso arco di tempo, un buon fondo bilanciato flessibile ampiamente diversificato (tra il 30% e il 35% in azioni di tutto il mondo, tra il 50% e il 55% in titoli a reddito fisso di tutte le aree geografiche e valutarie, tra il 5% e il 10% in oro e materie prime e altri investimenti alternativi) ha accusato una perdita del 10,5%. Ad un anno esatto del crac Lehman (14 settembre 2009), la perdita dell’Eurostoxx si era già ridotta a -14,6% mentre il fondo bilanciato segnava un +4,6%: all’anniversario del secondo anno dal fallimento di Lehman (13 settembre 2010), mentre l’Eurostoxx segnava ancora un ritardo del -13,4% rispetto a due anni prima, il fondo bilanciato vantava una performance biennale del +11.9%.

Il primo luglio 2011, invece, inizia quella che passerà alla storia come la crisi del debito sovrano della zona euro: da quel giorno fino al 24 novembre 2011, la caduta dell’Eurostoxx arriva fino a toccare -27,4%. Nello stesso periodo, il fondo bilanciato flessibile diversificato ha limitato le perdite all’8,7%. Dopo 12 mesi, il 2 luglio 2012, mentre l’Eurostoxx segnava una perdita del -18,7%, il fondo bilanciato mostrava un calo dell’1,6% rispetto all’anno precedente: dopo 24 mesi, il 2 luglio 2013, l’indice Eurostoxx aveva ridotto il calo biennale al -6,3% mentre il fondo bilanciato segnava un +5 per cento.

Non sappiamo come si svilupperà questa crisi, quanto profonda potrà essere e per quanto tempo vedrà i mercati flettere, ma le lezioni del passato insegnano che se i risparmi sono ben diversificati si può ragionevolmente pensare che tra 12 o 24 mesi anche la Brexit potrà essere archiviata.

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