Innovazione tecnologica, la perdurante prudenza degli imprenditori

Quota 34,5 punti, in pratica lo stesso livello che aveva un anno fa. È dove si è posizionato a giugno l’indice di fiducia sugli investimenti in innovazione tecnologica (Ifiit), accreditato presso il Ministero dello sviluppo economico e l’Agenzia dell’Innovazione. Il valore, che risulta in calo da tre mesi, segnala una perdurante prudenza tra gli imprenditori italiani, che evidenziano un rallentamento della propensione ad investire in grandi progetti.

A ostacolare la voglia di innovazione è il quadro congiunturale che presenta complessità oggettive sia dal punto di vista interno (la politica, il lavoro e la fiscalità) e sia dal punto di vista dello scenario geopolitico internazionale (economia globale con crescita moderata, terrorismo, importanti appuntamenti elettorali).

Resta il fatto che, pur in questo difficile contesto, il vero fattore di sviluppo dell’innovazione si gioca sulla capacità di internazionalizzarsi da parte delle piccole e medie imprese: quelle che lo hanno fatto subito dopo la crisi del 2007-2008, hanno infatti dimostrato di sapersi confrontare nei mercati di tutto il mondo.

Tra i settori che evidenziano i tassi di innovazione tecnologica maggiori figurano la farmaceutica, l’energia, i trasporti e l’avionica mentre i settori tessile - abbigliamento, meccanica e legno-arredo si collocano in linea con la media: al di sotto della media, invece, il commercio al dettaglio, l’editoria e l’edilizia.