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International Editor’s Picks – 30 maggio 2016

31 Maggio 2016 18:00
financialounge -  donald Trump Hulk Hogan International Editor's Picks Verizon Wall Street
Finisce il mega sciopero che distorce i dati USA sul lavoro
Verizon Communications e sindacati hanno finalmente raggiunto un accordo che dovrebbe mettere fine allo sciopero in corso dal 13 aprile e che potrebbe aver addirittura distorto i dati sull’occupazione americana ad aprile che usciranno venerdì e che sono considerati uno degli indicatori più importanti di una possibile mossa della Fed a metà giugno. Lo riporta la stampa americana spiegando che l’accordo, raggiunto grazie alla mediazione del segretario al Lavoro Thomas Perez e ancora da firmare, prevede un nuovo contratto di quattro anni. Non si conoscono ancora i dettagli perché prima deve essere sottoposto alle assemblee dei lavoratori per l’approvazione. Lo sciopero ha coinvolto ben 40.000 dipendenti concentrati soprattutto nella divisione linee fisse di Verizon e nella costa orientale. I due principali sindacati coinvolti, il Communications Workers of America e l’International Brotherhood of Electrical Workers hanno detto che comunque tutti torneranno presto al lavoro.

A Wall Street sboccia l’amore per The Donald
Dopo averlo visto per mesi come il fumo negli occhi, senza troppa fanfara gli uomini di Wall Street stanno salendo sul treno lanciato verso la nomination di Donald Trump. Lo riporta su CNBC Turney Duff dopo aver parlato off the record con una cinquantina di professional del mercato, scoprendo che la stragrande maggioranza si prepara a votare il tycoon dai capelli arancioni. Qualche citazione. Per il manager di un hedge fund "lotta come un leone per pagare meno tasse che può, è uno di noi”. Un altro money manager: “ovviamente ha attaccato Wall Street, ma quando dice che vuol smantellare il Dodd Frank, è chiaro che a noi piace”. Tra i nuovi supporter di Trump ci sono molti pentiti di Jeb Bush, una delusione costata ai donors decine di milioni di dollari in advertising inutili. A far pendere a favore di The Donald c’è sicuramente anche il fatto che ha ingaggiato Steven Mnuchin, un ex Goldman Sachs, per sovrintendere le finanze della campagna.

Quei giustizieri dei media della Silicon Valley
Sta diventando il caso di studio sullo strapotere dei soldi dei capitalisti high-tech. La storia la racconta nel dettaglio il FT. Un venture capitalist, Peter Thiel, decide di fare il vendicatore per conto di un wrestler professionista, Terry Bollea meglio noto come Hulk Hogan, catturato in video mentre fa sesso con la moglie di un collega e postato su internet da Gawker, un sito di gossip noto per essere abbastanza spregiudicato. Thiel ha finanziato una causa contro Gawker chiedendo danni per 10 milioni di dollari, l’ha vinta e ha messo la testata online sulle ginocchia. Gawker ha ricorso in appello, ma i soldi di Thiel sembrano una garanzia di vittoria. Per Thiel si tratta di una battaglia di principio contro i media che violano la privacy. Ma il caso ha aperto un dibattito sulla libertà di stampa che può essere messa a rischio dai milioni di un capitalista capriccioso che vuol ripulire la piazza da chi non si comporta bene. Anche perché Thiel è molto noto per essere stato il primo esterno a investire in Facebook, che si trova proprio in questi giorni nell’occhio del ciclone perché nei suoi newsflow, che teoricamente dovrebbero essere governati da algoritmi, favorirebbe invece le opinioni dei liberal e censurerebbe quelle conservatrici.
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