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Perché il petrolio risale? Chiedere a Nigeria, Libia, Canada e Venezuela

24 Maggio 2016 09:05
financialounge -  Canada Libia Nigeria petrolio venezuela
Il prezzo del Brent continua a viaggiare poco sotto i 49 dollari al barile, solo nelle ultime due settimane è salito del 5% e ormai è in rialzo di oltre il 60% rispetto ai minimi dal 2003 toccati a gennaio. Cosa c’è dietro? I sauditi ci hanno ripensato e hanno smesso di pompare a manetta? Forse la risposta è meno politica e più pratica, e va cercata sul mercato.

I prezzi salgono perché alcuni grandi esportatori producono di meno. In cima alla lista c’è la Nigeria, dove secondo quanto riporta il FT gli attacchi e i sabotaggi di un nuovo gruppo di militanti nel Delta del Niger ha fatto crollare la produzione nell'area da 2,2 milioni di barili al giorno a 1,4 milioni. Secondo indiziato la Libia, dove i conflitti interni continuano a limitare pesantemente la capacità produttiva, seguito dal Canada, dove gli incendi devastanti nello stato di Alberta hanno costretto a chiusure di impianti estrattivi per 1 milione di barili al giorno. Infine il povero Venezuela, dove il caos economico e politico si fa sentire anche sulla produzione di petrolio che quest’anno è scesa stabilmente tra i 100 e i 200.000 barili al giorno.

Alla fine sono diversi milioni di barili al giorno che vengono a mancare al mercato mondiale. È vero che la produzione globale viaggia oltre i 90 milioni al giorno, ma una contrazione di qualche punto percentuale può essere magnificata dalla speculazione e dai prezzi. Per quanto tempo non si sa.
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