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Colin Moore

In assenza di volatilità vi sono scarse opportunità di rendimento

19 Maggio 2016 09:33
financialounge -  Colin Moore Columbia Threadneedle Investments diversificazione Sortino volatilità
“La verità è che in assenza di volatilità vi sono scarse opportunità di rendimento. Pertanto, tenere in forma liquida i risparmi accumulati nel tempo per evitare lo spauracchio della volatilità (l'equivalente finanziario di nascondere la testa sotto le lenzuola) pregiudica il conseguimento di obiettivi a lungo termine” sostiene Colin Moore, CIO Globale di Columbia Threadneedle Investments, ricordando che questo effetto tende a divenire più pronunciato nelle fasi sporadiche di volatilità acuta, come quella del 2008-2009, che ha provocato ampi deflussi dai fondi d'investimento a lungo termine nello stesso periodo. Effetti meno marcati sono analogamente visibili se mettiamo a confronto il 2001-2003 e il 2011-2012. Per contro, i flussi tendono ad aumentare quando la volatilità ritorna a livelli "normali".

Il manager, ritiene che nel prossimo decennio la volatilità sarà mediamente più elevata che negli ultimi 10 anni e che le fasi di volatilità acuta diventeranno più frequenti, poiché il tasso di crescita economica sostenibile sarà strutturalmente più contenuto e i rischi geopolitici più elevati che in qualsiasi altro periodo a partire dal secondo dopoguerra. La crescita modesta genera incertezza, mentre l'avversione alle perdite induce gli investitori a temere che un contrattempo economico o un evento geopolitico possano condurre all'assenza di crescita o a una recessione vera e propria. Il tabù della negatività tenderà ad amplificare le reazioni emotive alle notizie di eventi geopolitici e lo spauracchio della volatilità comparirà più spesso.

“Ipotizzando una prosecuzione di tali distorsioni comportamentali, le performance ottenute dagli investitori saranno probabilmente molto deludenti indipendentemente dal rendimento complessivo generato dai mercati a causa dell'effetto spauracchio” sottolinea Colin Moore, secondo il quale, per mitigare questo effetto, occorre focalizzarsi sulla costruzione dei portafogli e su una migliore comprensione della diversificazione.

“Sappiamo che le azioni sono verosimilmente destinate a offrire i maggiori rendimenti nei prossimi 10 anni, ma anche che evidenzieranno la più elevata volatilità. Molti strumenti di ottimizzazione usati nella costruzione dei portafogli si basano sulla volatilità media registrata storicamente, che probabilmente sottostima la volatilità futura. Lo spauracchio si manifesta all'aumentare della volatilità delle singole asset class e delle correlazioni incrociate, poiché la combinazione di questi due fenomeni accresce la volatilità complessiva dei portafogli molto più delle attese” spiega il manager che, tuttavia, rileva come la diversificazione, che dovrebbe proteggere gli investitori dalla volatilità, potrebbe non essere affatto sufficiente se gli impatti della volatilità non vengono correttamente stimati.

A questo proposito, per esempio, l'indice di Sortino, che opera una distinzione tra volatilità acuta e volatilità generale, dev'essere usato più spesso. Soprattutto, nella costruzione dei portafogli bisogna perseguire un profilo di rischio-rendimento che rispecchi adeguatamente le tendenze comportamentali degli investitori, rammentando che questi ultimi non rimarranno investiti al fine di realizzare il rendimento se la loro tolleranza al rischio non è stata valutata correttamente.

“In un contesto di bassa crescita ed elevata volatilità l'enfasi si sposta dalla massimizzazione dei rendimenti alla regolarità delle performance. Pur essendo una caratteristica permanente dei mercati finanziari, la volatilità ha minori probabilità di essere lo spauracchio che tutti temiamo se i portafogli sono costruiti con questa consapevolezza” conclude Colin Moore.
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