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Antonio Anniballe

Il rischio è il motore della performance

4 Maggio 2016 12:18
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“L’investitore prudente non è colui che evita il rischio o, peggio, mette i suoi averi sotto il materasso, sia esso fisico o virtuale” ricorda Carlo Benetti, Head of Market Research and Business Innovation di GAM (Italia) SGR, nell’Alpha e iI Beta del 2 maggio, aggiungendo che l’investitore prudente sa che il rischio è il motore della performance, non lo evita, ma pone le domande giuste, cerca di riconoscere i fatti determinanti, evita decisioni impulsive e, magari, confronta le proprie idee con quelle di un esperto.

Un importante punto di partenza per allestire portafogli durevoli ed efficienti alla luce del fatto che decenni di ricerca e di analisi non hanno ancora messo a fuoco i fattori che determinano i rendimenti di azioni e obbligazioni. Nessuna delle due principali scuole di pensiero, la teoria dei mercati efficienti (Efficient Market Hypothesis, EMH) e la finanza comportamentale, sono in grado di spiegare in modo compiuto la formazione e l’evoluzione delle performance: probabilmente ne danno entrambe una spiegazione parziale.

Nell’ipotesi di mercati efficienti i prezzi esprimono tutte le informazioni disponibili, i fondamentali e le prospettive per il futuro. La finanza comportamentale controbatte, con tanto di prove empiriche, che le scelte degli individui non avvengono sulla base di astratti principi di razionalità ma sono influenzate da errori di ragionamento e da preferenze.

“Non sempre i fondamentali di mercato si muovono in parallelo con i comportamenti degli operatori” argomenta Antonio Anniballe, CFA e gestore nel team multi asset in GAM Italia “e visto che nel breve periodo è impossibile stabilire chi abbia ragione, è prudente comporre il portafoglio con strategie diverse, tali da riflettere la visione di lungo termine pur proteggendo per quanto possibile il portafoglio da eventuali deterioramenti del quadro”. Il problema resta quello di stabilire se i mercati anticipino in modo corretto future revisioni al rialzo degli utili, oppure se abbiano ragione gli analisti che abbassano le stime future restando però ignorati al momento presente.

“Noi di GAM abbiamo ricordato la molteplicità e l’imprevedibilità delle fonti di rischio, la preferenza a «ragionare in una logica di pesi e contrappesi» che ci ha indotto nei primi mesi dell’anno a selezionare e inserire strumenti debolmente o negativamente correlati con le asset class direzionali” riferisce Antonio Anniballe. Spazio quindi nei portafogli bilanciati e flessibili a fianco delle asset class tradizionali, anche a classi di attivo come volatilità e metalli preziosi, mattoncini utili a diversificare e a proteggere nel caso di ritorni di volatilità.
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