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Azad Zangana

Eurozona, bene PIL e disoccupazione ma manca l’inflazione

2 Maggio 2016 10:13
financialounge -  Azad Zangana disoccupazione Eurozona PIL Schroders
Nel complesso, i dati pubblicati venerdì scorso 29 aprile sono da ritenersi positivi per l’Eurozona. Nonostante i dati deboli relativi al comparto aziendale nell’ultimo trimestre, la crescita sottostante si è dimostrata più resistente. Tuttavia, secondo Azad Zangana, Senior European Economist & Strategist di Schroders, alla luce della mancanza di inflazione, la BCE dovrà attuare ulteriori stimoli. In ogni caso, sebbene si sia trattato della prima lettura «flash» del dato sul PIL da parte di Eurostat, pubblicata prima del solito (30 giorni dopo la chiusura del trimestre) e, di conseguenza con pochi dettagli disponibili, si possono trarre alcune prime interessanti considerazioni.

In primis, la crescita dell’Eurozona è stimata nel primo trimestre del 2016 a +0,6%, il doppio rispetto agli ultimi tre mesi del 2015 e al di sopra delle attese del consenso (+0,4%). In secondo luogo, Eurostat ha indicato un declino della disoccupazione dell’Eurozona, al 10,2% a marzo, dal 10,4% di febbraio e 11,2% di marzo 2015.

“I continui cali della disoccupazione suggeriscono che il PIL sta crescendo al di sopra del potenziale o del tasso tendenziale. Nel tempo, questo dovrebbe permettere di rimuovere la maggior parte della capacità in eccesso nel mercato del lavoro e, alla fine, dovrebbe spingere salari e inflazione al rialzo” commenta Azad Zangana.

È interessante sottolineare che i cali dei tassi di disoccupazione si sono registrati in tutta l’Eurozona, suggerendo che la ripresa macro economica si sta ampliando ma, secondo Azad Zangana, ci potrebbero volere ancora un paio d’anni prima di poter considerare l’inflazione nuovamente a livelli normali: un lusso che la BCE potrebbe non essere in grado di permettersi, dato il suo mandato. A proposito di inflazione, infatti, sebbene la crescita dell’Eurozona sembri essere sulla strada giusta, lo stesso non si può dire per i prezzi al consumo scesi a -0,2% (anno su anno) ad aprile, deludendo le attese del consenso.
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