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Diversified Alpha Plus Fund

Diversified Alpha Plus Fund - 15 marzo 2016

23 Marzo 2016 09:41
financialounge -  Diversified Alpha Plus Fund Morgan Stanley
•Nella prima metà di marzo si è intensificata la ripresa correlata alla reflazione. Le azioni globali si sono apprezzate del 5,0% (Msci Acwi in dollari Usa), trainate dai mercati emergenti, con un rialzo del 6,9% (Msci Em in dollari Usa). Le materie prime hanno guadagnato il 5,1% (S&P Gsci), spinte da petrolio e metalli industriali. I settori dell’energia e dei materiali hanno sovraperformato, come pure quello dei finanziari, favoriti dall’ondata di vendite sui titoli di Stato. I rendimenti dei decennali Usa sono aumentati di 24 punti base. I timori sul credito si sono attenuati a fronte del restringimento di 80 punti base dei differenziali di rendimento dei titoli high yield statunitensi.

•I dati sulla crescita negli Stati Uniti e in Europa si sono stabilizzati, diversamente da quella che era la sensazione generale e secondo la quale le condizioni di crescita sfioravano la recessione. In base ai dati sulle vendite al dettaglio l’aumento dei consumi statunitensi dovrebbe essere prossimo al 2,5% e la crescita nell’Eurozona si conferma vigorosa a fronte dell’espansione a un ritmo sempre più sostenuto della produzione industriale, delle vendite di automobili e delle vendite al dettaglio. Sembra che i timori relativi alla deflazione siano stati sovrastimati: l’inflazione statunitense ha sorpreso al rialzo, con un incremento del 2,3% dell’Ipc strutturale, mentre l’Ipc strutturale nell’Eurozona (su base corretta per i prezzi del settore viaggi legati all’energia) ha segnato un progresso prossimo allo 0,9%. Sebbene nel lungo termine permanga la gravità dei problemi della Cina, le imponenti misure di stimolo fiscale e monetario degli ultimi mesi stanno portando a una ripresa dell’attività nei settori immobiliare e delle infrastrutture.

•Sono proseguite le pressioni di vendita sul biglietto verde. Su base ponderata per gli scambi il dollaro ha perso l’1,6% e ha ceduto il 3,5% rispetto al picco di novembre. A quanto pare, il mercato è incerto riguardo alla crescita e alle divergenze in materia di politica monetaria tra gli Stati Uniti e il resto del mondo, rilevando che dalla metà dello scorso anno il rallentamento è stato più marcato negli Usa rispetto al resto dei mercati mondiali.

•Nella prima metà di marzo il Comparto ha guadagnato l’1,2%. I principali contributi alla performance sono giunti dalle posizioni lunghe sull’azionario statunitense e dell’Eurozona e da una posizione corta sui Treasury Usa decennali. Anche le posizioni lunghe sulla corona svedese rispetto al franco svizzero e sulle obbligazioni elleniche si sono rivelate proficue. La posizione corta nei Bund decennali tedeschi rispetto ai pari durata statunitensi si è rivelata controproducente.

•A fronte dei segnali di stabilizzazione mostrati dall’attività globale in un conteso ancora molto pessimistico, nel breve termine continuiamo ad aspettarci inversioni di tendenza sui vari fronti delle valutazioni e della fiducia che si sono costituiti negli ultimi mesi: abbiamo aggiunto posizioni lunghe nelle divise emergenti e posizioni corte nei titoli dei beni di consumo primari statunitensi ed europei e abbiamo aperto posizioni lunghe nel peso messicano, nelle banche statunitensi rispetto alle azioni statunitensi e nelle obbligazioni cash ad alto rendimento statunitensi rispetto ai Treasury Usa decennali. Abbiamo accentuato l’esposizione corta ai Treasury Usa decennali e aperto una posizione direzionale corta nei Bund decennali, laddove pensiamo che le pressioni deflazionistiche siano state sopravvalutate dal mercato. Abbiamo ridotto l’esposizione ribassista ai Bund decennali tedeschi rispetto a quelli statunitensi, avendo raggiunto la soglia stop-loss.

 

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