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Eni, perché fa +5% in Borsa se ha perso 8,8 miliardi nel 2015

29 Febbraio 2016 10:57

financialounge -  Apple eni Piazza Affari
ì scorso l’indice Ftse Mib di Piazza Affari ha chiuso la seduta con un +2,2% e, tra i titoli che hanno più contribuito al rialzo, si è distinto quello dell’Eni che ha registrato un +5,1 per cento. Certo, si è fatto sentire l’effetto del rimbalzo del prezzo del petrolio (il Brent ha infatti chiuso le contrattazioni con un vistoso +9%), ma il settore petrolifero in Europa non è andato oltre il +3,8% (indice Stoxx 600 oil & gas). Non solo. Quello che ha sorpreso i tanti risparmiatori italiani che hanno in portafoglio il titolo Eni è che il forte rialzo è avvenuto in concomitanza dell’annuncio che il conto economico 2015 del colosso italiano dell’energia ha chiuso con una perdita record di 8,82 miliardi di euro.

Ma come, si saranno chiesti in tanti, l’azienda presenta un bilancio annuale mai tanto così negativo e la Borsa festeggia? Per comprendere questo comportamento del mercato occorre ricordare che gli analisti e gli investitori non guardano al «passato» quanto piuttosto al «futuro» e nel futuro del gruppo petrolifero italiano le prospettive sembrerebbero meno negative di quello che ci si poteva aspettare. Innanzitutto la perdita di 8,82 miliardi è praticamente tutta imputabile alle svalutazioni delle partecipazioni in portafoglio: a fronte della caduta del prezzo del greggio l’azienda guidata da Claudio Descalzi ha ridotto i valori delle aziende, dei diritti di esplorazioni e delle altre diverse partecipazioni in bilancio.

Precisato questo, agli analisti sono invece piaciuti quattro aspetti, tutti con implicazioni positive per i prossimi esercizi: la conferma del dividendo annuo dello 0,80 euro per azione, la diminuzione dell’indebitamento, l’aumento a sorpresa della produzione (+10% l’estrazione di petrolio nell’ultimo trimestre) e, soprattutto, l’ingente generazione di flussi di cassa che sono arretrati soltanto del 15% a fonte di un calo del greggio di oltre il 47%. D’altra parte non è certo la prima volta che la reazione di Borsa all’annuncio di dati di bilancio possa sembrare controintuitivo.

Un altro recente clamoroso caso è stato quello di Apple che il 27 gennaio scorso ha invece perso oltre il 6 per cento nonostante avesse annunciato di aver battuto ogni record di vendite di iPhone nel trimestre (51 milioni di pezzi): gli analisti invece stimavano addirittura 55 milioni di pezzi e, inoltre, si aspettavano ricavi per 46 miliardi di dollari per il primo trimestre di quest’anno a fronte dei 42-44 miliardi previsti dal top management dell’azienda. Questi due esempi, tra i tanti che si verificano in Borsa, dovrebbero insegnare che il fai da te nell’investimento azionario è un esercizio complesso dove alle doti di analisi finanziaria occorre affiancare quelle di una profonda conoscenza del mercato, di pazienza, e di capacità reattiva alle risposte degli investitori: se non si dispone di tutte queste attitudini, meglio affidarsi a un consulente finanziario di fiducia.

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