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Columbia Threadneedle Investments

Azionario Europa, una tesi d’investimento 2016 che resta valida

11 Febbraio 2016 09:14
financialounge -  Columbia Threadneedle Investments Europa mercati azionari Paul Doyle
Indice Stoxx 600 europeo: -13,8% da inizio anno fino a ieri. Indice Eurostoxx della zona euro: -14,3% nello stesso arco di tempo. Basterebbero questi due dati a spiegare perché l’avvio del 2016 è il peggiore in Borsa in Europa negli ultimi 40 anni. Ma, l’aspetto più sconcertante, è che tale brusco calo dei mercati azionari europei è avvenuto dopo un mese di dicembre che era stato già contrassegnato da vendite generalizzate (con gli indici di Borsa europei che avevano perso tra i cinque e i sette punti percentuali) e da previsioni molto positive per l’equity europeo nel 2016 da parte di quasi tutte le principali case d’investimento.

Secondo Paul Doyle, Responsabile azionario per l'Europa (Regno Unito escluso) di Columbia Threadneedle, nonostante questo contesto indubbiamente difficile, persistono alcun punti fermi a sostegno della tesi d’investimento nell’azionario Europa. In primis, la crescita dell'economia europea prosegue nonostante la volatilità dei mercati mentre l'impatto diretto del rallentamento dell'espansione in Cina sull'economia europea è piuttosto contenuto. Guardando l'offerta monetaria e i dati sui prestiti bancari si nota che il trend è positivo, in linea con i dati relativi alla fiducia dei consumatori. Per quest’anno la crescita del PIL europeo dovrebbe salire dall'1,5% del 2015 all'1,8% favorendo un incremento degli utili aziendali a due cifre.

“Gli stock picker (chi seleziona i singoli titoli azionari) possono trarre vantaggio da questo contesto volatile” sostiene Paul Doyle che reputa le quotazioni dei titoli europei non in linea con i miglioramenti del contesto economico. Secondo il manager il rapporto prezzo / utili (p/e) corretto per il ciclo (CAPE) dei titoli europei è inferiore del 13% alla media di lungo periodo: livelli come quelli attuali di norma si sono tradotti in rendimenti totali del 105% nei cinque anni successivi. Inoltre le valutazioni delle azioni europee rispetto alle obbligazioni hanno raggiunto livelli estremi sulla scia del quantitative easing (Qe) della BCE.

Di conseguenza le azioni europee sono interessanti rispetto alle obbligazioni e ai titoli corporate: il premio al rischio azionario rimane elevato, a fronte di spread creditizi contenuti. Inoltre, la differenza tra l'earnings yield (il rendimento delle azioni in base agli utili societari) e il credit yield (il rendimento dei corporate e high yield bond) è ai massimi dall'introduzione dell'euro. Da una più attenta analisi dei singoli settori e paesi emerge che anche il flusso di notizie offre opportunità agli stock picker.

“Nel comparto automobilistico, alla luce dei timori relativi alla Cina e dello scandalo Volkswagen, le azioni del settore sono su livelli storicamente convenienti. Abbiamo assunto e incrementato una posizione ridotta nel settore petrolifero, ma attendiamo un picco del dollaro USA per poter osservare una tregua duratura per i settori dell'energia e dei materiali. I titoli finanziari hanno registrato performance deludenti (soprattutto le banche), ma l'aumento della domanda di credito dovrebbe sostenere la redditività del capitale proprio degli istituti. I crediti inesigibili hanno segnato un'impennata e le valutazioni sono contenute” puntualizza Paul Doyle che poi conclude con una nota positiva anche su Piazza Affari: “Pur avendo messo a segno una tra le migliori performance nel 2015, l'Italia ha sottoperformato l'Europa del 50% negli ultimi 10 anni. Tuttavia, nel paese la fiducia dei consumatori è ai massimi degli ultimi 20 anni. Osserveremo attentamente le società italiane in modo da trarre vantaggio da questa dinamica”.
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