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Materie prime, un possibile aiuto dalle elezioni USA

1 Febbraio 2016 10:19
financialounge -  elezioni GAM materie prime Matt Linsey settore farmaceutico USA
Se i mercati azionari hanno aperto l’anno con la retromarcia, le materie prime sono letteralmente crollate andando a peggiorare le già pessime performance del 2015. Infatti al 15 gennaio scorso, mentre l’indice delle Borse mondiali MSCI world segnava un -8,7% rispetto a 12 mesi prima, l’indice generale delle commodity evidenziava un -25,9%, trainato al ribasso dalla materie prime energetiche (-45,8%) e da quelle dei metalli industriali (-26,9%), mentre un po’ meno peggio, ma comunque in profondo rosso, sono finite le performance dei metalli preziosi (-15,7%) e delle commodity agricole (-14,5%).

Un trend, quello negativo delle materie prime, che non sembra destinato a cambiare neanche nei prossimi mesi. Anche se, verso la fine dell’anno, un potenziale aiuto potrebbe arrivare dalle elezioni USA.

“Una fonte di rischio politico per il 2016 meno discussa è rappresentata dalle elezioni presidenziali del prossimo anno negli Stati Uniti” puntualizza infatti Matt Linsey, Managing partner e gestore di portafoglio presso la North of South Capital LLP, nonché gestore di una strategia azionaria dei mercati emergenti per GAM. Il manager cita, per fornire un esempio, un «tweet» di Hillary Clinton di alcuni mesi fa relativamente al prezzo eccessivo dei medicinali: un semplice cinguettio che però è stato sufficiente per far crollare i titoli biotech.

“Sebbene non sia affatto certo che Donald Trump ottenga la nomination repubblicana, il candidato ha comunque suggerito numerose misure protezioniste che avrebbero un sicuro impatto sui mercati emergenti. Indipendentemente da chi sarà il vincitore, ci attendiamo un investimento significativo nelle infrastrutture, soprattutto nel caso di un rallentamento della crescita economica negli USA, dato che la politica monetaria ha raggiunto un livello di saturazione. Ciò potrebbe concedere qualche speranza ai mercati delle materie prime, che stanno ancora soffrendo a causa del calo della domanda cinese” conclude Matt Linsey.
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