energia rinnovabile
Petrolio in caduta libera ma le fonti alternative non perdono appeal
29 Gennaio 2016 09:12

g>Il prezzo del petrolio è tornato in questi ultimi giorni sopra i 30 dollari al barile dopo aver sfiorato i 25 dollari il 20 gennaio scorso. Non si sa ancora se quel valore può essere considerato il minimo (almeno in questa fase di correzione): resta il fatto che dai 115 dollari del giugno 2014 ad oggi, il prezzo del greggio è crollato del 74%. Un bel risparmio per i paesi importatori come il nostro che, grazie a questo vero e proprio crollo delle quotazioni petrolifere, beneficiano di uno sconto ingente sulla bolletta energetica.
Ma, come sempre accade, ci sono sempre gli «effetti collaterali» in agguato: tra questi, il fatto che le fonti energetiche alternative possano perdere appeal. In base ai dati pubblicati da Terna sui consumi elettici nel nostro paese, nel 2015 il contributo dell’energia rinnovabile sul totale di tutta l’elettricità prodotta in Italia è sceso al 40,5% rispetto al 44,9% dell’anno precedente.
Tuttavia in quasi tutto il mondo si continua a puntare sull'energia pulita. In base ai dati pubblicati da BNEF (Bloomberg New Energy Finance è una divisione del colosso dell'informazione che fornisce analisi e rapporti sugli sviluppi delle energie alternative) sugli investimenti nelle fonti energetiche pulite nell'arco del 2015, si nota infatti che il settore ha saputo difendersi dal forte deprezzamento del petrolio: imprenditori e governi hanno speso quest'anno il 4% in più in impianti green. Gli analisti di BNEF hanno rilevato che, sebbene il greggio ora costi poco, gli investimenti nel mondo hanno toccato la quota di 329 miliardi di dollari, una cifra quasi quadrupla rispetto a quella registrata dieci anni fa.
Il fenomeno, sempre secondo gli esperti di BNEF, si spiega per ragioni sia di carattere tecnico che economico. Lo sviluppo delle tecnologie applicate ai nuovi impianti solari ed eolici, in combinazione con la riduzione dei costi di realizzazione, consente agli investitori di ottenere più energia con gli stessi fondi stanziati negli anni precedenti: la conferma è che il numero di nuovi impianti è aumentato del 30% rispetto al 2014.
Ma, come sempre accade, ci sono sempre gli «effetti collaterali» in agguato: tra questi, il fatto che le fonti energetiche alternative possano perdere appeal. In base ai dati pubblicati da Terna sui consumi elettici nel nostro paese, nel 2015 il contributo dell’energia rinnovabile sul totale di tutta l’elettricità prodotta in Italia è sceso al 40,5% rispetto al 44,9% dell’anno precedente.
Tuttavia in quasi tutto il mondo si continua a puntare sull'energia pulita. In base ai dati pubblicati da BNEF (Bloomberg New Energy Finance è una divisione del colosso dell'informazione che fornisce analisi e rapporti sugli sviluppi delle energie alternative) sugli investimenti nelle fonti energetiche pulite nell'arco del 2015, si nota infatti che il settore ha saputo difendersi dal forte deprezzamento del petrolio: imprenditori e governi hanno speso quest'anno il 4% in più in impianti green. Gli analisti di BNEF hanno rilevato che, sebbene il greggio ora costi poco, gli investimenti nel mondo hanno toccato la quota di 329 miliardi di dollari, una cifra quasi quadrupla rispetto a quella registrata dieci anni fa.
Il fenomeno, sempre secondo gli esperti di BNEF, si spiega per ragioni sia di carattere tecnico che economico. Lo sviluppo delle tecnologie applicate ai nuovi impianti solari ed eolici, in combinazione con la riduzione dei costi di realizzazione, consente agli investitori di ottenere più energia con gli stessi fondi stanziati negli anni precedenti: la conferma è che il numero di nuovi impianti è aumentato del 30% rispetto al 2014.
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