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Federal Reserve

Non è ancora il momento di modificare l’asset allocation

22 Gennaio 2016 11:05
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In questa fase, sebbene turbolenta, Jean-Sylvain Perrig, CIO, Union Bancaire Privée (UBP), non trova alcuna ragione di modificare significativamente il proprio scenario economico positivo per il 2016. Certo la disfatta degli asset rischiosi cominciata a fine dicembre è preoccupante, e i rischi sono senza dubbio cresciuti nell’ultimo periodo, ma un’analisi attenta dei dati macro economici importanti rivela che i fondamentali non sono sostanzialmente variati.

“Negli USA, a preoccupare, è la forte dicotomia tra il momentum del settore manifatturiero (che sta rallentando vistosamente ma che pesa soltanto per il 13% del pil americano) e quello dei servizi (che invece mostra maggiore brillantezza). Si teme che il comparto manifatturiero possa trascinare l’intera economia in recessione. Noi rimaniamo fiduciosi che il minor tasso di disoccupazione, i bassi prezzi della benzina, e lo stato di salute del settore immobiliare continueranno a supportare i consumi nel 2016” fa sapere Jean-Sylvain Perrig secondo il quale è inoltre probabile che la Fed terrà in considerazione le attuali turbolenze del mercato, così come il riacutizzarsi dei rischi oltreoceano, che potrebbero mettere a rischio la stabilità finanziaria. Questo potrebbe ritardare il prossimo rialzo dei tassi di interesse USA, nonostante il buon momento dell’economia americana. Questa sarebbe un’ottima notizia nel breve periodo in quanto darebbe sollievo agli investitori: la probabilità che si verifichi un secondo rialzo del tasso a marzo è già diminuita significativamente.

“Dobbiamo essere consapevoli dei rischi crescenti, e riesamineremo il nostro scenario alla luce degli ultimi eventi. Ci stiamo anche interrogando sul mercato rialzista di lungo periodo per l’azionario in atto ormai da marzo 2009. Tuttavia, non raccomandiamo ancora di modificare l’asset allocation, dopo il crollo visto nelle ultime tre settimane” puntualizza Jean-Sylvain Perrig che, per i prossimi giorni si aspetta un rimbalzo del mercato azionario in tutto il mondo, guidato da prezzi del petrolio in qualche modo più alti e un renminbi cinese offshore (CNH) stabile. Anche perché, il sentiment non è (quasi) mai stato così ribassista, i mercati sono in ipervenduto e hanno raggiunto un importante supporto tecnico.

“Al momento non ci sono indizi di rischio sistemico, né di alcuna trasmissione di pressione dal settore energetico a quello finanziario. Gli spread creditizi nel settore energetico per il segmento High Yield prezzano un default nei prossimi cinque anni di circa il 70% delle società incluse nell’indice, il che è estremamente improbabile. Per quanto riguarda possibili contagi al settore bancario, non vedo alcun segnale di stress: per il momento gli spread nel settore finanziario sono stabili, sebbene leggermente più ampi di un anno fa” constata infine Jean-Sylvain Perrig.
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