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Nel 2016 favorite le sottoscrizioni di azioni e obbligazioni

28 Ottobre 2015 11:08
financialounge -  BCE Invesco John Greenwood mercati azionari mercati obbligazionari quantitative easing
“Se da un lato le politiche divergenti delle più importanti banche centrali alimenteranno la volatilità sui mercati valutari, dall’altro dovrebbero favorire nel 2016 la sottoscrizione di azioni e obbligazioni” ha dichiarato John Greenwood, Capo economista di Invesco, nel quarto outlook trimestrale 2015.

Secondo l’economista i programmi di Quantitative Easing (QE) della zona euro a sostegno della crescita degli investimenti, del credito e dell'economia nel suo complesso, si contrappongono a quelli della Fed americana e della Bank of England che, invece, potrebbero aumentare i tassi probabilmente entro la prossima primavera. È poi vero, sempre secondo Greenwood, che gli effetti iniziali degli acquisti mensili operati dalla BCE, nell’ambito del QE, sono stati modesti, ma è altrettanto vero che vanno nella giusta direzione.

L'euro, dopo aver accusato un calo significativo dopo l'annuncio del piano di Draghi, da marzo si è mantenuto prevalentemente nel range di 1,06-1,15 rispetto al dollaro USA, mentre i rendimenti obbligazionari e i tassi del mercato monetario a breve termine sono rimasti su livelli contenuti. Inoltre, sebbene i finanziamenti bancari siano rimasti deboli, crescendo soltanto dell'1,8% su base annua ad agosto, l'indicatore allargato della massa monetaria ha registrato un rialzo intorno al 6% e l'attività economica si è rafforzata.

Per l’economista, le ragioni dei risultati modesti ottenuti sono in parte da ricercare nella struttura inadeguata del QE della banca centrale europea: “qualora la BCE dovesse acquistare tutti i titoli del suo programma QE da istituti non bancari, gli effetti sarebbero maggiori”, spiega infatti Greenwood secondo il quale l'attuale espansione del ciclo economico globale potrebbe comunque essere duratura, poiché la crescita inferiore alla media e la bassa inflazione tendono ad annullare l'esigenza di attuare il genere di politiche restrittive (come la riduzione delle politiche monetarie accomodanti o, addirittura, la leva del rialzo dei tassi di interesse), destinate a porre anticipatamente fine alla fase espansiva.
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