Città sostenibili, più turismo, shopping e investimenti

Più della finanza, dei servizi tecnologici all’avanguardia e dell’ambiente favorevole a trovare lavoro e a far carriera: la sostenibilità ambientale e sociale di una città incide in modo molto più significativo nella sua reputazione internazionale.

A certificarlo è uno studio del Reputation Institute (City Rep Trak Study 2015) sulla reputazione delle città di tutto il mondo secondo il quale più della banda larga, dei trasporti e della possibilità di fare business ad attrarre sono principalmente le bellezze naturali, la cura dell’ambiente e la sostenibilità dell’intero sistema cittadino: dalla green economy alla considerazione degli impatti derivanti dai cambiamenti climatici, dal green building ai trasporti sostenibili, dall’impegno verso emissioni zero a zero sprechi, dall’accesso agli spazi verdi all’acqua e aria pulita fino alla spinta all’alimentare a chilometro zero.

Lo studio mette in evidenza un fattore numerico di rilievo. Se una città riesce ad aumentare di cinque punti il proprio indice di sustainability ottiene come beneficio un aumento del 3,9% degli investitori esteri ad investire in quella città, un incremento del 5,6% dei turisti e del 4,7% dello shopping commerciale. Benefici che, a cascata, fanno notare gli analisti del report, contribuiscono ad aumentare anche gli introiti fiscali comunali e statali grazie all’incremento del giro d’affari generato.

Proprio questo punto dovrebbe spingere i nostri amministratori, locali e centrali, ad avere una maggiore lungimiranza e a pensare ad investimenti ed impegni sostenibili per le città italiane che hanno bellezze naturali senza uguali nel mondo ma, spesso, non sono accompagnate da programmi di sostenibilità ambientale e sociale: basti pensare che nella graduatoria generale delle 50 città, stilata in base all’indice di sustainability del Reputatiton Institute, rientrano soltanto Milano e Roma (entrambe in 37esima posizione) e Firenze (48esimo posto) mentre nemmeno figura, per esempio, Venezia.