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Tassi Fed, primo rialzo a marzo 2016 e tassi all’1% tra 12 mesi

8 Ottobre 2015 10:26
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L’apprezzamento del dollaro americano, i maggiori rischi globali e la consapevolezza che Yellen abbia un approccio da «ultra-colomba». Alla luce di questi fattori, Keith Wade, Chief Economist and Strategist di Schroders, ha rivisto le stime sulle prossime mosse della Fed: ha posticipato le previsioni di un rialzo dei tassi al prossimo marzo e ha rivisto la traiettoria per i tassi, aspettandosi ora che questi tassi raggiungeranno l’1% a fine 2016. In precedenza, lo strategist prevedeva che fra un anno i tassi avrebbero raggiunto il 2% e crede ancora che tale percentuale sia appropriata nello scenario di base degli Stati Uniti.

“È vero che il presidente Janet Yellen ha dichiarato di aspettarsi un rialzo dei tassi già entro quest’anno. Tuttavia la decisione finale è legata ai dati e in assenza di un rapido cambiamento da parte della Cina e dei Mercati Emergenti questa tempistica sembra improbabile” spiega Keith Wade, secondo il quale è atteso un ulteriore calo della disoccupazione nei prossimi mesi, ma l’ostacolo più importante a un rialzo dei tassi è rappresentato dal contesto globale. È ragionevole pensare che i funzionari della Federal Reserve pensassero a settembre anche al fatto che politica monetaria può essere meno credibile poiché le autorità cominciano a essere a corto di munizioni, quando hanno preso la decisione di lasciare la politica monetaria invariata.

“Citando fattori globali, la Fed ha comunicato di voler vedere un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro prima di essere sicura che l’inflazione ritornerà al target del 2%. In dichiarazioni successive, Bill Dudley della Federal Reserve di New York e il presidente della Fed, Janet Yellen, hanno asserito che, date le pressioni deflazionistiche provenienti dall’estero, tenteranno deliberatamente di surriscaldare il mercato del lavoro in modo da accrescere la fiducia nel ritorno dell’inflazione al target” specifica Keith Wade, per il quale, dal punto di vista di un investitore, tutti i dibattiti sulle prossime mosse della autorità centrali non sono incoraggianti e sono coerenti con un aumento dei premio al rischio sull’azionario e su altre asset class che dipendono dalla crescita economica
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