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Ignazio Visco

Bad bank all'italiana, sgretolare le sofferenze

24 Settembre 2015 09:50
financialounge -  Ignazio Visco non performing loan settore bancario sofferenze bancarie
L’ultimo, in ordine di tempo a parlarne, è stato il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che, intervenendo all’Italy Conference di Euromoney, ha ribadito l’importanza strategica per il sistema creditizio del nostro paese di una bad bank all’italiana per sgretolare la montagna di sofferenze bancarie. La bad bank, secondo Ignazio Visco, potrebbe essere costituita da un Asset Management Company in cui confluirebbero gli asset bancari in sofferenza che, su base volontaria, sarebbero ceduti dalle banche richiedenti ad un prezzo di mercato in modo da scongiurare la procedura europea di aiuto di stato che si potrebbe configurare invece nel trasferimento delle perdite dalle banche allo stato.

Il varo della bad bank in Italia, ha tenuto a precisare il Governatore di Bankitalia, rappresenterebbe un valido contributo al rilancio del mercato Npl (non performing loan, il segmento delle sofferenze bancarie), determinando un deciso incremento della trasparenza degli asset bancari e, inoltre, agevolerebbe la raccolta di capitale da parte delle banche. E che ci sia bisogno di fare qualcosa di concreto in questo ambito lo dicono senza ombra di dubbio i numeri di mercato in costante aumento mese dopo mese. La più profonda crisi dal dopoguerra in poi continua infatti a dispiegare i suoi impatti negativi sul sistema creditizio italiano.

A luglio 2015, ultimo dato disponibile in base alle rilevazioni dell’ABI, l’associazione bancaria italiana, le sofferenze lorde si sono attestate 197,1 miliardi di euro, cioè lo 0,66% in più rispetto ai 195,8 miliardi di giugno 2015. Un rapporto che proietta il rapporto sofferenze lorde su impieghi al 10,3% contro il 9% che mostrava ne luglio 2014 e al 2,8% di fine 2007; da sottolineare che tale rapporto percentuale balza al 17,1% per i piccoli operatori economici e al 17,4% per le imprese mentre risulta relativamente più contenuto (7,1%) per le famiglie consumatrici. Nel mese di luglio 2015 in rialzo pure le sofferenze nette che hanno toccato quota 84,8 miliardi, cioè lo 0,71% in più rispetto agli 84,2 miliardi di giugno. La percentuale delle sofferenze nette sul totale degli impieghi si è portata al 4,68% mentre era al 4,30% nel luglio di un anno fa e pari allo 0,86%, prima dell’inizio della lunga crisi.
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