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È l’ora di tornare a comprare gradualmente sui mercati emergenti

22 Settembre 2015 10:52
financialounge -  BlackRock mercati azionari mercati emergenti Russ Koesterich utilities
La confusione sui mercati, alimentata dalla decisione della Fed di lasciare i tassi di interesse americani fermi, sta creando interessanti opportunità agli investitori meno esposti al mercato azionario e che non hanno fretta di aumentare la loro esposizione. Lo fa presente, Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment, nel suo commento settimanale ai mercati del 21 settembre. Per il manager, in particolare, a Wall Street vale ora la pena riportare a peso neutrale (dal sottopeso precedente) i titoli del settore delle utilities, che hanno sottoperformato molto da inizio anno ma che ora potrebbero beneficiare di uno scenario di tassi più stabile del previsto. Per gli investitori poco esposti o del tutto privi di azioni paesi emergenti, inoltre, potrebbe essere arrivata l’ora per iniziare gradualmente a comprare fondi specializzati su questi mercati.

“Può essere interessante adesso rivedere le componenti del mercato più sensibili ai tassi di mercato, come i titoli del settore delle utilities negli Stati Uniti” dice Russ Koesterich secondo il quale con la prospettiva dei tassi di interesse in aumento ci si potrebbe aspettare che questi segmenti «proxy del mercato obbligazionario» (cioè similari al mercato delle obbligazioni) siano destinati a soffrire. Tuttavia, sottolinea lo strategist, con i tassi USA a lungo termine chiaramente bloccati, le utilities sembrano ora meno vulnerabili, anche perché il settore ha finora sottoperformato drasticamente da inizio anno il resto del mercato azionari USA. Per queste ragioni, suggerisce Russ Koesterich, a questi livelli si può pensare di portare l'esposizione da sottopeso a peso neutrale.

Un'altra scelta ancora più «contrarian» rispetto al mercato è quella che riguarda i mercati emergenti. È vero, dice Russ Koesterich, che la scorsa settimana si è vista una ulteriore correzione dei mercati azionari cinesi giù tra il 3% e il 6% (sebbene le H-Azioni, negoziate a Hong Kong, sono riuscite a terminare la settimana su posizioni meno sacrificate). Ma è altrettanto vero che altri listini emergenti se la sono cavata meglio. È il caso, per fare esempi concreti, delle Borse dell’India, della Corea del Sud, della Turchia e, in parte, anche di quella del Brasile. La svolta, in termini di performance, è stato il flusso di acquisti che da fortemente negativo (come lo era stato da diverse settimane) è tornato marginalmente positivo (per 200 milioni di dollari) sui fondi specializzati sui mercati emergenti: questo ha rappresentato la prima settimana di raccolta netta in positiva da circa tre mesi.

“È ancora troppo presto per puntare con decisione su un fondo emerging markets e, oltretutto, ci potrebbe essere anche una elevata volatilità nelle prossime settimane. Resta però il fatto che le valutazioni sono ora interessanti. Ai minimi recenti, le azioni dei mercati emergenti erano vendute a meno di 1,3 volte il patrimonio netto e l'attuale rapporto prezzo-to-book (p/bv, cioè il rapporto tra quotazioni e valore patrimoniale) è il più basso da quando si è usciti dalla crisi finanziaria. Ciò rappresenta uno sconto del 35% rispetto ai mercati sviluppati: il più ampio negli ultimi 12 anni. Per gli investitori con poca o nessuna esposizione verso questa asset class, questo può essere un momento ragionevole per iniziare lentamente ad accumulare posizioni” conclude Russ Koesterich.
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