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Idee di Investimento - Azioni - 21 settembre 2015

21 Settembre 2015 09:36
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“Determinare le reali competenze di un gestore, valutare gli asset manager a fronte di quei driver fondamentali di performance che appaiono correlati con la capacità di sovraperformare, richiede tempo ma è tempo speso bene. In effetti, il vantaggio di scegliere un gestore eccellente, in grado di conseguire una sovraperformance netta a lungo termine, può essere l’accesso a una significativa fonte non correlata di rendimento” sottolinea nella sua analisi sulla gestione attiva Chris Wagstaff, Head of Pensions and Investment Education, Columbia Threadneedle Investments. Ma come si possono individuare i veri gestori attivi? Secondo il manager, vi sono diversi fattori che sono in grado di favorire una sovraperformance sostenuta degli investimenti attivi. Sebbene la superiorità di un asset manager realmente competente non dipenda da un singolo fattore o attributo, nel selezionare un gestore attivo è opportuno, secondo Chris Wagstaff, considerare aspetti cruciali, ognuno dei quali trova riscontro nell’evidenza empirica: è quello che lo stesso manager elenca nell’articolo “Le 8 regole d’oro per individuare i gestori attivi”.

Proprio la gestione attiva è alla base dell’innovativo team di gestione composto da 8 professionisti di grande competenza, con un’esperienza media di oltre 15 anni, basati a Chicago, Zurigo e Singapore, che lavorano a contatto con il team HOLT® di Credit Suisse, composto da specialisti settoriali e di ricerca. Si tratta della soluzione di investimento proprietaria ILC (Industrial Life Cycle), uno specifico processo di investimento azionario che classifica le società quotate in Borsa in cinque fasi di maturità prima di considerarne l’attrattività. Il suo metodo è attualmente applicato a 7 diverse strategie equity (Global Emerging Markets, Global Small & Mid Cap Emerging Markets, Global Developed Markets Core, Global All Countries Small & Mid Cap, European Equties, US Equities Core e APAC Equities ex Japan) ed ognuna di esse ha registrato una performance superiore a quella del rispettivo benchmark. “Con ILC riteniamo di avere raggiunto un altissimo livello di innovazione, poiché siamo convinti che alla base dei migliori investimenti ci debba essere un metodo di valutazione obiettivo al fine di costruire dei portafogli che generino i migliori rendimenti. Senza una struttura obiettiva, infatti, si rischia di rimanere ancorati a vecchie tesi di investimento, che non consentono di cogliere i mutamenti che spesso si verificano anche all’interno delle posizioni già esistenti in un portafoglio” ha sottolineato Andrea Sanguinetto, Responsabile Distribution Credit Suisse Asset Management Italy nell’articolo “Società quotate, le cinque fasi di maturità per misurarne l’attrattività”.

Anche il fondo [tooltip-fondi codice_isin="lu0435115133"]GAM star (Lux) – Financials Alpha[/tooltip-fondi] applica la gestione attiva, declinata però all’interno di una strategia di tipo long (rialzista) e short (ribassista) nell’ambito dei titoli del settore finanziario di tutto il mondo. Attualmente, come lo stesso Davide Marchesin, gestore del fondo spiega nell’articolo “Strategia long-short, ecco dove puntare al rialzo e dove al ribasso”, figurano posizioni di portafoglio che puntano al rialzo delle quotazioni (long) su alcune selezionate banche nordiche europee e italiane, e sulle compagnie assicurative americane: al contrario emergono investimenti che, invece, puntano al ribasso dei prezzi (short) relativamente alle banche del Regno Unito, sugli emergenti e sulle banche Usa che hanno pubblicato trimestrali deboli.

Prediligono invece Wall Street i gestori di ETHENEA, la casa d’investimento a cui fa capo la gestione dei fondi Ethna. “Rimaniamo in sovrappeso nell’azionario Stati Uniti dal momento che ci aspettiamo che l’economia continui a registrare una crescita stabile e che le imprese americane, soprattutto quelle esportatrici, traggano profitto dalla fine dell’apprezzamento del dollaro che le ha penalizzate nei trimestri precedenti. Nella zona euro, invece, sebbene ci aspettiamo una ripresa, rimaniamo prudenti in considerazione dei fattori di rischio politico nei paesi periferici (le prossime elezioni in Spagna, Portogallo e Grecia) e dei problemi irrisolti in Grecia” hanno sottolineato, nell’articolo “La preservazione del capitale rimane il nostro obiettivo primario”, gli esperti di ETHENEA.

Altri gestori preferiscono restare focalizzati soprattutto sulle piazze finanziarie del Vecchio Continente e di Tokyo. Tra questi figurano, ad esempio, gli esperti di Goldman Sachs Asset Management (“GSAM”). Nell’articolo “Borse, Europa e Giappone hanno prospettive interessanti” ricordano, innanzitutto, che le stime di crescita del PIL della zona euro sono infatti intorno o leggermente al di sopra del punto e mezzo percentuale per quest’anno e per i prossimi tre anni. “In periodi di crescita superiore all’1% del PIL, le società europee hanno registrato generalmente una crescita dei profitti a due cifre. Dopo 48 mesi consecutivi di revisioni al ribasso, nell’ultimo periodo le previsioni sugli utili sono migliorate. Anche le prospettive dell’Eurozona potrebbero beneficiare potenzialmente di un’accelerazione dei flussi di investimento, di premi per il rischio azionario interessanti e della recente sottoperformance rispetto ai titoli azionari statunitensi” puntualizzano gli esperti di GSAM che relativamente Giappone vedono miglioramenti macroeconomici sempre più evidenti.

Pure le scelte di portafoglio della Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, confermano una preferenza per i mercati azionari di Europa e Giappone (con un sottopeso per Stati Uniti e Paesi emergenti). L’attrattiva delle Borse del Vecchio Continente e di quella di Tokyo deriva dalla resilienza delle rispettive economie, da buone condizioni di liquidità e dall’effetto positivo della debolezza delle valute, che daranno impulso agli utili aziendali. Nell’articolo “Mercato azionario, meglio la tecnologia che l’healthcare” la PSU argomenta le ragioni in base alle quali ribadisce la preferenza per le aree esposte a una ripresa economica. I cosiddetti titoli ciclici, rimasti indietro da inizio anno a causa della decelerazione congiunturale, offrono ora, secondo la PSU, uno sconto dell’8% rispetto ai difensivi, troppo in confronto a un premio storico dell’11% circa: fra i titoli ciclici, quelli tecnologici sono convenienti e meglio attrezzati in vista di un rialzo dei tassi, data l’abbondante liquidità delle società del settore: le aree difensive come la sanità appaiono invece onerose.

Restando a Tokyo, Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment nell’articolo “Perché rimanere costruttivi sulle azioni giapponesi” sostiene che, se le prospettive per l’azionario USA restano quantomeno in chiaroscuro, si intravedono opportunità in altre parti del mondo, in particolare in Giappone. “Gli investitori sono stati incoraggiati dall’impegno, annunciato dal Primo Ministro Abe, di abbassare ulteriormente l’aliquota dell’imposta sulle società. Sebbene l’attuazione della cosiddetta «terza freccia» delle riforme sia ancora da verificare, la redditività aziendale giapponese continua a migliorare. Il ROE (return on equity) ) per le azioni dell’indice TOPIX è aumentato dell’8,6% nel mese di agosto, segnando un incremento di circa mezzo punto rispetto a un anno fa: di conseguenza, rimaniamo costruttivi sulle azioni giapponesi” fa sapere lo strategist.
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