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Idee di Investimento – Obbligazioni – 14 settembre 2015

14 Settembre 2015 12:05

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vestitore è alle prese con uno scenario che è complesso persino per gli stessi governatori delle banche centrali nelle cui mani ci sono i destini delle politiche monetarie internazionali. “Tuttavia, se questi ultimi hanno la gravosa responsabilità delle decisioni, l’investitore ha il vantaggio di potersi attenere a qualche regola fondamentale per reagire a quelle decisioni” fa presente, nell’articolo “Investimenti, come aggirare il rompicapo dei banchieri centrali”, Carlo Benetti, secondo il quale sono tre le regole d’oro per l’investitore. La prima regola aurea è stabilire, o riconfermare, la propria tolleranza al rischio, la seconda è riconoscere i propri limiti, in termini di conoscenza e comprensione, verso la complessità delle tecniche di investimento, mentre la terza regola consiste infine nel guardare saltuariamente il portafoglio che tuttavia non significa approssimazione nella qualità delle informazioni: è buona norma pretendere rendiconti chiari e dettagliati.

Resta il fatto, però, che permane la possibilità che la Federal Reserve rialzi i tassi già a settembre. Un’ipotesi, tuttavia, tutta da verificare perché sono in molti a sottolineare il pericolo che un rialzo dei tassi della Fed il 17 settembre possa far accrescere ulteriormente la volatilità.

“Le banche centrali vogliono evitare che si diffonda la convinzione che il rialzo dei tassi USA possa essere in linea con i cicli passati, per scongiurare il timore che le condizioni finanziarie generali salgano troppo rapidamente con impatti negativi sull’economia. Il board della Feeral Reserve americana dovrà pertanto riuscire ad usare tutto il proprio carisma per convincere il mercato che i tassi saliranno solo molto gradualmente” ha dichiarato, nell’articolo “Fed, ora i mercati temono un rialzo dei tassi USA a settembre”, Keith Wade, Chief Economist & Strategist, Schroders.

Anche Maria Paola Toschi, Market Strategist di J.P. Morgan Asset Management, è convinta che la banca centrale americana debba agire con cautela e, soprattutto, avendo molta cura nel rassicurare i mercati. “Tuttavia pensiamo che ci sarebbero più fattori positivi che negativi legati al primo rialzo dei tassi annunciato a settembre” sostiene, nell’articolo “Fed, più fattori positivi che negativi legati al primo rialzo dei tassi”, Maria Paola Toschi che poi rivela, in cinque punti, la sua posizione:
1) L’aumento dei tassi darebbe un messaggio forte ai mercati che l’economia americana si sta rafforzando ancora e può digerire un primo rialzo dei tassi;
2) Si eliminerebbe un fattore di forte incertezza e instabilità per i mercati che sono troppo legati e concentrati a questo evento;
3) Si tratterebbe comunque di un rialzo molto modesto. I tassi resterebbero ancora molto bassi. Inoltre questa decisione potrebbe essere accompagnata da messaggi molto accomodanti della Fed che ribadirà che il sentiero di rialzo dei tassi sarà comunque molto graduale e che dopo un primo rialzo la Fed attenderà di valutare gli effetti sul contesto economico interno e internazionale e sulla stabilità finanziaria globale;
4) Un rialzo sarebbe quindi favorevole ai mercati azionari che potrebbero ricominciare ad attrarre flussi di investimento anche attratti da attese di rafforzamento del dollaro;
5) I mercati obbligazionari sono già orientati a un primo rialzo e potrebbero beneficiare di un’inflazione ancora bassa e di attese di normalizzazione di politica monetaria graduale che potrebbe limitare le ripercussioni sfavorevoli di un contesto di moderato rialzo dei tassi.

In attesa di verificare se e quando la Fed rialzerà i tassi, gli operatori di Borsa sembrano non essere stati eccessivamente preoccupati dalle turbolenze scatenatesi sui mercati finanziari di tutto il mondo in agosto. In base al consueto sondaggio mensile condotto da Assiom Forex tra i propri soci, e riportato nel dettaglio nell’articolo “Operatori di Borsa, prevale ancora un cauto ottimismo”, emerge infatti che gli intervistati ritengono probabile una sostanziale stabilità del cambio euro/dollaro intorno agli attuali valori (1,10) e uno spread (tra i titoli di stato decennali italiani e i bund) compreso nella fascia da 100 a 125 punti base.

E che queste turbolenze non siano da interpretare solo come pericolo ma anche come opportunità ne è convinto Russ Koesterich, Strategist BlackRock Global Chief Investment, “È più che comprensibile che gli investitori, che si sentono come intrappolati tra gli impatti di un rallentamento dell’economia cinese e dalla prospettiva di un imminente rialzo dei tassi di interesse americani da parte della Federal Reserve (Fed), siano tentati di abbandonare le azioni e le altre attività rischiose. Ma piuttosto che uscire dai mercati, riteniamo che dovrebbero considerare questa fase come un'opportunità per approfittare delle sacche di valore che sono emerse pur riconoscendo, al tempo stesso, che la volatilità potrebbe persistere nelle prossime settimane” sostiene, nell’articolo “Come approfittare delle sacche di valore emerse nella correzione”, Russ Koesterich che, infatti, mantiene una preferenza per il credito nel segmento obbligazionario, privilegiando in particolare le emissioni high yield e i bond municipali, mentre si dichiara prudente sui Treasuries e sulle materie prime.

In tutti i casi, bisogna fare i conti con la tradizione. L’abitudine ad investire nei titoli di stato e nelle obbligazioni bancarie ha portato le famiglie italiane a detenere un ingente quota del portafoglio in titoli a reddito fisso che però, in questo scenario di mercato, dovrebbero essere gestite in modo più dinamico e diversificato. Un suggerimento, in quest’ottica, lo fornisce l’Investment Outlook 2015 di settembre di Morgan Stanley Investment Management che basa i propri suggerimenti sulle prospettive, non particolarmente allettanti, per quanto riguarda i titoli governativi. La view sui Bund tedeschi e sui Gilt del Regno Unito è infatti negativa, quella Treasury USA è leggermente negativa così come quella sul debito dei paesi emergenti. Alla luce di queste prospettive ai risparmiatori che volessero investire in un solo fondo vengono pertanto consigliati, nell’articolo “Obbligazionario, perché puntare su flessibilità e ritorno assoluto” due fondi: l’MS INVF Global Fixed Income Opportunities e l’MS INVF Absolute Return Fixed Income. Il primo è un comparto obbligazionario globale a gestione flessibile con obiettivo di rendimento del 4%-6%: il fondo può essere utilizzato per creare una base flessibile per l’esposizione obbligazionaria dei risparmiatori, eventualmente utilizzandolo come destinazione riducendo il peso in portafoglio di tematiche direzionali come governativo globale, obbligazionario emergente, corporate investment grade, high yield, cartolarizzazioni, convertibili. Il comparto Absolute Return Fixed Income mira invece a generare rendimenti positivi in termini assoluti tramite un approccio attivo (long/short, ovvero con posizioni che puntano al rialzo dei prezzi, quelle long, e posizioni che invece guadagnano dai ribassi delle quotazioni, quelle short)), contenendo la volatilità a livelli minimi.

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