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Credito bancario, alle PMI italiane va meno del 20%

20 Agosto 2015 10:35
financialounge -  credito d'impresa italia PMI quantitative easing
L’Italia è un paese manifatturiero (si posiziona infatti tra i primi cinque al mondo) caratterizzato da medie, piccole e micro aziende. Peccato che il credito bancario sia indirizzato per meno del 20% alle PMI italiane.

È quanto emerge dal Report 2015 a cura dell’OCSE (Financing SMEs and Entrepreneus 2015) che ha analizzato a quali tipologie di aziende sono indirizzati i crediti bancari nei principali paesi di tutto il mondo. Ebbene, nel caso dell’Italia, soltanto il 18,7% del credito erogato dal sistema bancario finisce alle PMI. Una percentuale che si colloca al di sotto di quella registrata in altri importanti mercati come la Francia (dove il credito alle PMI risulta essere pari al 21,1%), il Regno Unito (22,1%) e gli Stati Uniti (22,2%). I paesi dove la quota di mercato del credito bancario alle PMI è più elevata in assoluto sono la Svizzera (88,4%) e il Belgio (67,2%) mentre tra i grandi paesi soltanto il Canada (15,3%) mostra una percentuale inferiore a quella italiana.

Alla luce di questi dati, assume una importanza ancora maggiore il QE (Quantitative Easing) attivato dalla BCE. L’acquisto di titoli di stato e di obbligazioni euro per un importo di 60 miliardi di euro al mese fino a settembre 2016 (salvo ulteriori proroghe) oltre a ridurre il valore della moneta unica europea e alimentare l’inflazione (con l’obiettivo di portarla al 2%), ha un effetto di rilievo anche sui tassi di interesse della zona euro: spinge infatti al ribasso i tassi applicati dalle banche per i prestiti a famiglie e aziende e tende a migliorare le condizioni economiche volte ad agevolare l’erogazione di nuovi crediti da parte delle banche proprio alle PMI. Nei prossimi mesi vedremo se queste premesse saranno rispettate e se le piccole e medie aziende italiane potranno beneficiare di maggiori erogazioni bancarie.
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