Bank of England

Idee di Investimento - Obbligazioni - 17 agosto 2015

17 Agosto 2015 15:07

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ntesto attuale la ricerca di fonti di reddito, mantenendo profili di rischio-rendimento efficienti può non essere semplice. Infatti sebbene la crescita globale sembri destinata a continuare per l'ultima parte del 2015, favorita dal clima generalmente accomodante sul fronte della politica monetaria e, almeno per il momento, da una ridotta inflazione, il contesto presenta particolari sfide per gli investitori interessati al reddito, con rendimenti ai minimi storici in numerose asset class e i mercati che cercano di capire quando arriverà il primo rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve USA da nove anni a questa parte. Uno scenario nel quale il fondo FF GMAI Fund è comunque in grado di adattarsi offrendo una soluzione di investimento che mira a riunire tre benefici: crescita del capitale, generazione di un reddito elevato e stabile, contenimento del rischio attraverso la diversificazione a livello geografico e per tipologia di asset. Una innovativa filosofia di investimento che, come spiegato nell’articolo "Un approccio multiasset ad elevata diversificazione”, rende il fondo FF GMAI Fund potenzialmente adatto ad ogni profilo di clientela: sia per i risparmiatori prudenti che desiderano partecipare alla crescita, ma con approccio cauto verso i mercati azionari, sia per coloro che sono alla ricerca di un investimento di medio termine con approccio realmente flessibile e attivo e sia, infine, per gli investitori dinamici, orientati cioè alle performance anche attraverso asset non tradizionali sfruttando l’esperienza e la ricerca di Fidelity

Per gli investitori alla ricerca di opportunità in ambito obbligazionario ci sono comunque delle interessanti occasioni e strategie da adottare per ricavarne plusvalenze. Tra queste, nel segmento dei titoli di stato inglesi, emerge il suggerimento che Marilyn Watson, Fixed Income Strategist di BlackRock, ha descritto nell’articolo “Governativi UK, cosa fare in attesa delle decisioni della BoE” focalizzato sull’incontro della Bank of England di giovedì 6 agosto: “Dal momento che la parte anteriore della curva dei rendimenti nel Regno Unito incorpora già un aumento dei tassi UK nel primo trimestre del prossimo anno, abbiamo recentemente spostato la nostra posizione sottopesata in titoli di stato UK (Gilts) alla parte centrale della curva" ha infatti rivelato Marilyn Watson.

Restando nell’area dell’obbligazionario area sterlina inglese, Mark Burgess, CIO EMEA e Responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments, opta invece per un alleggerimento dei corporate bond investment grade UK. “Sottolineiamo che nel settore del reddito fisso nel suo complesso continuiamo a preferire le obbligazioni societarie ai titoli di Stato, ancora sottoponderati nei nostri portafogli multi-asset. Tuttavia, a nostro avviso, il ciclo del credito corporate è maturo: pur prevedendo che le obbligazioni societarie genereranno extra-rendimenti positivi contenuti nei prossimi 12-24 mesi, molteplici pressioni negative stanno conquistando il centro della scena” ha commentato Mark Burgess nell’articolo “Cosa fare ora che il ciclo del credito corporate è maturo”all’interno del quale ha anche precisato: “Abbiamo limitato l'esposizione ai titoli corporate ridimensionando le posizioni su base paneuropea e, in particolare, riducendo gli investimenti nel debito investment grade nel Regno Unito e in quello high yield in Europa”.

I team di gestione di Anima Sgr e Pictet Asset Management hanno invece segnalato dove c’è ancora valore nel segmento obbligazionario euro e in quello obbligazionario dei paesi emergenti.

“Dopo gli accorgimenti tattici adottati per fronteggiare la recente fase di volatilità dei mercati, nei portafogli siamo tornati ad assumere un modesto sovrappeso sui titoli governativi italiani privilegiando la parte medio lunga della curva (5-15 anni) e, in misura minore, i titoli governativi italiani legati all’inflazione. Gli altri paesi della Periferia inseriti in portafoglio sono Portogallo e Irlanda” precisa in particolare il team gestionale di Anima nell’articolo “Titoli di stato euro, ecco dove puntano ora i gestori”.

La Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity, ha invece preso la decisione di portafoglio di ridurre il peso dei titoli di stato euro e di aumentare quello del debito emergente in dollari USA. “Contestualmente, abbiamo rafforzato l’investimento nelle emissioni europee high yield a livello neutrale. Confermiamo inoltre la sovraponderazione del debito emergente denominato in dollari USA. Ora che i rendimenti dei Bund decennali sono scesi al di sotto dello 0,7%, i titoli di Stato offrono un potenziale di rivalutazione limitato, soprattutto perché la Federal Reserve sta preparando il terreno per il prossimo inasprimento dei tassi USA, atteso entro la fine dell’anno. E se, come prevediamo, il mercato inizierà ad acquistare nell’ottica di un giro di vite della politica monetaria statunitense nei prossimi mesi, i titoli con duration più bassa faranno meglio rispetto a quelli con duration più elevata” sottolineano gli esperti della PSU nell’articolo “Obbligazioni, meno governativi euro e più debito emergente in dollari”.

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