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Opportunità per il lungo termine, ma prudenza nel breve

28 Luglio 2015 14:45
financialounge -  cina crescita economica Europa geopolitica Monica Defend Pioneer Investments riforme
Una conferma della propensione verso le classi di attività più rischiose nel lungo termine mantenendo però un atteggiamento più cauto nel breve. È così che può essere riassunto l’approccio di base nelle scelte di portafoglio suggerito attualmente da Monica Defend, Responsabile Global Asset Allocation Research di Pioneer Investments, dopo aver analizzato le aspettative per l’economia globale nei prossimi mesi.

“Le dinamiche di mercato sono fortemente influenzate dall’incertezza delle condizioni di stabilità più che dai fondamentali economici o dalle valutazioni. È probabile che la volatilità persista, almeno fino a quando la situazione dell’Eurozona non si stabilizzerà. Confermiamo il nostro “risk on” (la propensione verso le classi di attività più rischiose) nel lungo termine, preferendo assumere maggiore cautela nel breve periodo. Di conseguenza siamo ancora costruttivi sulle azioni europee, cinesi e giapponesi e non abbiamo alcuna posizione esplicita di duration. Continuiamo a preferire le scelte relative a quelle direzionali. L' asincronia delle azioni delle banche centrali offre l’opportunità di alcune posizioni tattiche sul mercato delle valute, che si concretizzano con una preferenza del Dollaro americano sull’Euro, sulla Sterlina inglese e sullo Yen. Il secondo trimestre è stato particolarmente volatile. I meccanismi di protezione implementati nei nostri portafogli ad inizio anno per fronteggiare i rischi geopolitici hanno funzionato bene, contenendo le perdite e volatilità” puntualizza la strategist che ribadisce il tema per l’anno 2015: le “transizioni multiple” delle principali aree economiche verso un sentiero di crescita più sostenibile sta evolvendo nella direzione attesa.

Un percorso che è però ben lungi dall’essere lineare, sebbene si possa stimare un’accelerazione dell’economia globale.
“Ci aspettiamo di arrivare ad un picco pari a 3,8% di crescita globale nel 2016 e ad una stabilizzazione” sostiene Monica Defend che ritiene transitorio il rallentamento nella prima parte dell’anno negli Stati Uniti, e incoraggiante il quadro macro dell’Eurozona (auspicando meno austerità e distribuzione più efficace della spesa). In Asia, invece, il Giappone dovrebbe gradualmente riprendere la strada del recupero economico, mentre il rallentamento in Cina è stato marcato, ma rappresenta il prezzo da pagare per avere una accelerata nell’implementazione delle riforme strutturali: i micro indicatori sul settore dei servizi ed il dato sui nuovi ordini incoraggiano, secondo la strategist, a rimanere positivi sulle condizioni economiche e di stabilità.

“Una spinta positiva alla crescita dovrebbe arrivare dai paesi sviluppati. Il miglioramento della componente di domanda in Europa e Stati Uniti rafforzerà il commercio globale, di cui le economie emergenti dovrebbero beneficiare. L’inflazione resta bassa e rimarrà lontana dall’obiettivo delle banche centrali ancora per qualche semestre. D’altro canto però, grazie principalmente alle manovre della banca centrale europea, le paure di deflazione si stanno affievolendo” sottolinea Monica Defend che, guardando ai rischi, è preoccupata dalle condizioni di stabilità economica. Secondo la strategis, infatti, stabilità dei governi e rischi geopolitici minano la solidità dei fondamentali macro e accendono volatilità sui mercati finanziari: la Grecia e l’incertezza legata al risultato politico delle contrattazioni ci preoccupano più delle concrete conseguenze macroeconomiche e finanziarie.

Infine uno sguardo ai fattori che tendono ad ostacolare la ripresa nei Mercati Sviluppati.
“Innanzitutto distinguiamo tra fattori di breve e di lungo termine. Il basso livello di produttività, la riduzione dell’indebitamento del settore pubblico e privato, la diseguaglianza nella distribuzione del reddito rappresentano i fattori di lungo termine che ostacolano la ripresa, in particolare nelle economie sviluppate. Guardando al breve termine, sicuramente l’imprevedibilità dell'evoluzione della situazione in Grecia impatta sulla fragilità del sistema e la portata politica degli eventi ha conseguenze non trascurabili, qualunque direzione venga presa. Per il momento, i dati macro fondamentali sono forti e ci aspettiamo rimangano tali ma le conseguenze sui livelli di fiducia potrebbero non essere trascurabili, anche se al momento non abbiamo visto grosse correzioni al ribasso” fa presente la strategist.
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