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Cina, un’opportunità unica per cavalcare un tema secolare

20 Luglio 2015 11:25
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L'aumento della volatilità sul mercato cinese, oltre ad essere fisiologica, costituisce una vera e propria opportunità di investimento. Ne è convinta Fidelity Worldwide Investment che, in qualità di società di ricerca bottom-up basata sui fondamentali e sulle singole aziende, sta constatando come la volatilità stia facendo emergere un numero sempre maggiore di titoli sottovalutati su cui investire.

Ecco perché, per un investitore che possa voler prendere una posizione sulla Cina con un’ottica di medio periodo, questa situazione costituisce, oggi più di prima, un’opportunità unica per cavalcare un tema secolare, i cui fondamentali economici non sono mutati. A questo proposito Fidelity ritiene che, per prima cosa, sia importante chiarire a cosa ci si riferisce quando si parla del "mercato cinese".

Esiste infatti un mercato cinese offshore costituito dai titoli quotati a Hong Kong (H-share), l'indice MSCI China si riferisce unicamente a questo mercato. Vi è poi un mercato statunitense di ADR cinesi, che comprende società tecnologiche come Alibaba e Baidu, le quali non sono ancora incluse nell'MSCI China, ma lo saranno entro fine anno. Vi sono infine i due mercati azionari onshore di Shenzhen e Shanghai (i mercati delle cosiddette A-share, le azioni di classe A).

L'investimento nelle azioni di classe A era un tempo precluso agli investitori esteri, ma è poi diventato gradualmente accessibile, prima attraverso l'attribuzione di quote agli investitori istituzionali esteri qualificati (QFII) e successivamente attraverso il collegamento delle borse di Hong Kong e Shanghai attraverso lo Stock Connect.

Nel primo semestre del 2015 si è assistito a un consistente aumento della volatilità sui mercati onshore, quelli delle azioni di classe A. La politica monetaria espansiva adottata in Cina, abbinata alla scarsa attrattività del mercato immobiliare, hanno spinto gli investitori privati cinesi ad investire in misura crescente nel mercato azionario onshore. In molti casi tali acquisti sono stati effettuati facendo ricorso al margin financing, investendo quindi a leva. Questo trend ha comportato un rapido aumento delle valutazioni nel mercato, anche per aziende dai fondamentali non particolarmente solidi.

Nel momento in cui il Governo ha imposto dei limiti alla leva utilizzabile per evitare il formarsi di bolle, molti titoli hanno subito una correzione dei valori, anche per questioni tecniche legate alla necessità di chiudere le posizioni aperte grazie al margin financing. Il listino di Hong Kong è anche salito a fronte dello spread favorevole che si era venuto a creare rispetto alle quotazioni dei titoli sul mercato onshore, ma in misura minore. Nella fase di correzione la volatilità si è marginalmente estesa ad Hong Kong, anche in questo caso in modo più limitato in quanto questo mercato non aveva raggiunto valutazioni eccessive ed anzi rappresenta oggi una opportunità particolarmente interessante.

“Le azioni che hanno registrato i rialzi maggiori nei mesi passati sono le società quotate onshore (dunque quelle di classe A) a bassa capitalizzazione e con una scarsa liquidità. Questo segmento, particolarmente apprezzato dagli investitori locali ha dimostrato una forte volatilità (al rialzo prima, al ribasso poi). Vi sono fra le A-shares cinesi dei titoli, in particolare fra le large cap, la cui correzione nella fase attuale è stata di minore entità e che hanno tuttora prospettive interessanti nel medio e lungo termine. Citiamo ad esempio SAIC (Shanghai Automotive Industry Motors), la joint venture cinese di General Motors, un titolo large cap con un rapporto P/E a singola cifra e un dividend yield intorno al 5%. SAIC era già relativamente a sconto e dopo la correzione è divenuto ancora più interessante” fanno sapere da Fidelity i cui fondi specializzati in questi mercato, l’FF China Consumer Fund e l’FF China Focus Fund, investono primariamente sulla borsa di Hong Kong (H-share) ed hanno una esposizione al mercato delle A-share su base fortemente selettiva (meno del 3% per il primo e circa il 10% per il secondo).

Questa strategia, unita a una selezione attenta dei titoli, basata sulla ricerca proprietaria di Fidelity, ha permesso ai fondi Fidelity di mettere a segno una buona performance anche in questo contesto non facile. Per quanto riguarda poi le conseguenze economiche nel medio periodo dovuto alla correzione, va innanzitutto ricordato che in Cina mercato azionario ed economia sono generalmente decorrelati. Basti ricordare le performance meno che esaltanti delle borse cinesi negli anni dei tassi di crescita a due cifre: gli impatti economici di questa correzione saranno quindi secondo Fidelity limitati.

“Nel medio-lungo periodo la nostra view non è cambiata. La Cina è impegnata in una trasformazione epocale da economia rivolta all'export ad un bilanciamento tra domanda interna ed esterna. Il rallentamento dell’economia si inserisce nel contesto della transizione economica in corso e nel caso in cui il rallentamento dovesse protrarsi oltre le attese, il governo cinese avrebbe ancora le risorse di liquidità e la volontà per continuare a sostenere l'economia, non solo attraverso il quantitative easing, ma anche attraverso iniziative strategiche come "One belt, one road". Questo colossale progetto punta a ristabilire le antiche vie commerciali, terrestri e marittime, attraverso il continente eurasiatico e con al centro proprio la Cina. Si tratta di un progetto che rafforzerà ulteriormente l'influenza cinese nell'economia e nella politica, non solo a livello asiatico ma anche a livello globale”.

L’asset manager internazionale è infatti specializzato nella selezione dei singoli titoli con le migliori prospettive e, forte anche di una esperienza trentennale nel mercato cinese, Fidelity ritiene che la volatilità abbia fatto emergere numerose opportunità nel mercato azionario di Hong Kong (H-share) dove si possono trovare titoli con prospettive di apprezzamento particolarmente interessanti.
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