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Italia, nessun contagio greco ma avanti con le riforme

14 Luglio 2015 12:28
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Quando fu incluso tra i Paesi PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna), il nostro paese non aveva registrato un aumento sostanziale del debito e i deficit di parte corrente e di bilancio non erano così accentuati come quelli attuali della Grecia.

“Le differenze tra l’economia italiana e quella greca sono enormi e non riteniamo che l’Italia sarà vittima del contagio” sostiene Enzo Puntillo, Investment Director, GAM, secondo il quale se gli altri Paesi dell’Europa periferica mostrano pochi dei sintomi greci,l’Italia, in particolare, non sarà la prossima Grecia: gli alti livelli di debito privato sostengono l’economia italiana e, anche per questo, il default non è tra le opzioni percorribili.

Per il manager, la Grecia ha presumibilmente i sintomi di una vera e propria crisi del debito, ma gli altri Paesi del gruppo PIIGS ne mostrano molti meno. Tolta Atene, gli altri Stati periferici hanno attuato aggiustamenti significativi negli ultimi anni, per ridurre i deficit di bilancio e delle partite correnti. Il Paese ellenico ha fatto alcuni passi in avanti, ma non abbastanza per rendere l’economia più competitiva.

“La BCE è inoltre disposta a fare qualsiasi cosa per evitare che l’Eurozona collassi, dunque anche per limitare il contagio derivante dalla crisi greca. Le armi a disposizione dell’Eurotower sono inoltre aumentate. Non fa più parte dell’equazione inoltre il rischio di posizioni corte sul debito periferico da parte degli investitori: avremmo altrimenti visto molti operatori correre a coprirsi via via che la crisi greca si sviluppava” ricorda Enzo Puntillo che poi fa presente come il debito del nostro paese sia principalmente in mano al settore privato, rispetto al debito greco, detenuto soprattutto da soggetti stranieri.

“Il Paese ha una delle economie con il settore privato più ricco a livello globale, persino rispetto alla Germania. Un default sul debito detenuto dalle proprie famiglie non è un’opzione percorribile per l’Italia, qualsiasi mossa verso quella direzione sarebbe un suicidio politico. Inoltre, l’Italia ha un mercato delle esportazioni molto solido, per esempio nel settore del lusso, dei macchinari, dei veicoli e dei farmaceutici: un grande vantaggio rispetto alla Grecia” puntualizza il manager che conclude con la strada ancora da percorrere: “Tuttavia, c’è ancora lavoro da fare in Italia. Per esempio, il Governo deve creare nel mercato occupazionale la flessibilità necessaria affinché aumenti il numero dei posti di lavoro disponibili per i giovani, oltre a dover iniziare a prendere misure a favore della partecipazione femminile nella forza lavoro. In ogni caso, l’economia italiana ha molto da offrire e gli investitori non hanno motivo di temere che il Paese possa diventare la nuova Grecia”.
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