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EMEA, la crescita rallenta ma in Russia sbocciano opportunità

26 Giugno 2015 12:34
financialounge -  crescita economica mercati emergenti Pavel Laberko Russia
Primo trimestre 2015 in rallentamento per i paesi emergenti EMEA (Emerging Markets Europe and Africa), cioè l’aggregato di Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Russia, Sud Africa e Turchia.

Dopo aver registrato un +1,5% su base annua nel quarto trimestre dello scorso anno, nel primo trimestre di quest’anno il PIL si è attestato al +0,5%. Osservando però più in dettaglio i singoli paesi si scopre che gli andamenti risultano disomogenei. La crescita ha mostrato un rimbalzo robusto nella Repubblica Ceca (al +4,2% su base annua contro il +1,2% del quarto trimestre 2014) e in Sud Africa (rispettivamente +2,1% e +1,3%); è migliorata marginalmente in Polonia e Ungheria (da +3,5 +3,6%) e si è stabilizzata in Turchia (+2,3%).

I paesi emergenti europei hanno beneficiato del recupero della zona euro e del balzo dei consumi mentre in Sud Africa, gli effetti negativi che avevano pesato nella seconda parte del 2014 (in particolare gli scioperi nel settore minerario) hanno contribuito alla più veloce crescita dell'attività economica i cui livelli si confrontavano con dati un po’ depressi. Nella sostanza, pertanto, a contribuire al calo della crescita degli emergenti EMEA è stata la caduta del PIL in Russia (che dal +0,4% del quarto trimestre 2014 è scivolata in recessione al -2,2% su base annua): le cause vanno ricercate nel brusco calo dei prezzi del petrolio, nel forte deprezzamento del rublo, nell’alto tasso di inflazione e nel sentimenti negativo (internazionale e nazionale) che ha ostacolato la crescita aggregata. E anche le prospettive a medio termine sembrerebbero ancora sfavorevoli a Mosca: l’Unione Europea ha infatti approvato ufficialmente un prolungamento delle sanzioni contro la Russia fino a gennaio 2016. Non è stata una grande sorpresa, dato che le sanzioni sono collegate agli accordi di Minsk che devono essere applicati fino a dicembre 2015.

“I media hanno parlato molto dei «vinti» di questa situazione, per cui vorremmo evidenziare alcuni «vincitori»” commenta Pavel Laberko, Head of Russian Equities di Union Bancaire Privée (UBP), che poi spiega: “Principalmente si tratta di imprese che hanno occasione di guadagnare quote di mercato, lasciate libere dalle controparti europee e statunitensi. In questo periodo, a Mosca, la sostituzione delle importazioni è la parola d'ordine. Le società che producono carne, frutta e altri beni alimentari hanno un’occasione unica di far crescere le loro attività, poiché le importazioni sono limitate dalle sanzioni imposte dalla Russia in risposta alle misure europee. Investire nell’espansione della capacità produttiva ha più senso quando i competitor sono fuori dal mercato non soltanto per sei mesi, ma per un lungo periodo. Analogamente, i produttori locali di attrezzature per le aree petrolifere, ora che le sanzioni rimarranno in vigore per un periodo prolungato, hanno la possibilità di provare a sviluppare prodotti simili a quelli che in precedenza venivano importati. L’outlook per le banche locali è contrastante, tuttavia guardando al lato positivo, quelle più solide hanno la possibilità di ottenere nuovi clienti, attraverso il rifinanziamento dei prestiti esteri”.
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