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Idee di Investimento - Azioni - 22 giugno 2015

22 Giugno 2015 14:21

financialounge -  idee di investimento mercati azionari politica monetaria quantitative easing
ws sui mercati azionari resta moderatamente positiva ma, alla luce di quanto accaduto nelle ultime settimane (dai negoziati senza esito sul debito greco ai deludenti dati economici fino alla turbolenza dei mercati cinesi di fine maggio) per Mark Burgess, Chief Investment Officer EMEA e Responsabile azionario globale di Columbia Threadneedle Investments meglio assumere un atteggiamento più prudente: “Abbiamo recentemente ridimensionato il sovrappeso sulle azioni nei nostri portafogli multi-asset; nello specifico, abbiamo ridotto sia la componente delle azioni europee (Regno Unito escluso) che quella delle azioni britanniche, ma continuiamo a sovraponderare entrambe le regioni. I proventi sono stati reinvestiti in liquidità. Abbiamo lasciato invariate le altre posizioni, continuando a sovrappesare le azioni nel loro complesso. Tali modifiche rispecchiano il nostro giudizio circa un peggioramento delle prospettive di crescita degli utili a livello globale” fa sapere Mark Burgess nell’articolo “Borse, ecco perchè abbiamo ridotto il sovrappeso”.

 

Anche Martin Skanberg, Fund Manager, European Equities, Schroders preferisce mantenere una view positiva sull’azionario euro. Secondo il manager, come spiega nell’articolo “Ecco il vero potenziale delle Borse della zona Euro”, la correzione delle quotazioni del mercato obbligazionario (con conseguente aumento dei tassi di interesse) e il rafforzamento dell’euro nelle ultime settimane hanno soffiato contro l’azionario della zona euro. Ma, sebbene due tra i più importanti fattori di supporto alle performance di inizio anno dell’equity di Eurolandia si siano mossi in controtendenza, ne restano almeno altri tre (crescita dei profitti aziendali, miglioramento del sistema bancario e benefici per i consumatori per il calo petrolio) che hanno la forza di permettere alle Borse europee di proseguire il rialzo nei prossimi mesi.

 

Sovrappeso sull’Europa e sul Giappone, e prudenza nei confronti degli Stati Uniti e dei mercati emergenti, è invece la soluzione adottata dalla Pictet Asset Management Strategy Unit (PSU), il gruppo di investimento responsabile delle linee guida di asset allocation in ambito azionario e obbligazionario, nonché in materia di valute e di commodity. Secondo la PSU, le borse europee e giapponese dovrebbero beneficiare del continuo sostegno delle politiche monetarie. Il quantitative easing della BCE ha ravvivato la crescita in Europa, sino a poco tempo fa trainata dalla Germania. I dati del primo trimestre dipingono un irrobustimento della ripresa economica evidenziando un cambiamento nella composizione della crescita: l’accelerazione risulta infatti particolarmente marcata in Francia, Spagna e Italia. “Emerge inoltre sempre più chiaramente l’impatto positivo del QE sul mercato del credito, in termini di aumento dei prestiti a famiglie e imprese. Se si aggiungono gli effetti della debolezza dell’euro, ci sono tutte le condizioni per un miglioramento degli utili societari della regione, che a sua volta dovrebbe spingere al rialzo i mercati. Presupponendo una normalizzazione degli utili aziendali europei, le valutazioni non appaiono particolarmente onerose” rivela la PSU nell’articolo “Borse, ecco il podio delle preferenze azionarie” nel quale spiega le ragioni della visione positiva sulla Borsa di Tokyo: “Anche il Giappone presenta una solida crescita degli utili delle imprese e valutazioni attraenti. Dai sondaggi risulta che la fiducia di consumatori e aziende è elevata, mentre i dati confermano un aumento degli investimenti tecnici; la ripresa dei consumi privati appare più lenta ma dovrebbe accelerare nel corso dell’anno, a sostegno della ripresa economica. Inoltre, il sostegno offerto al listino locale dalla politica accomodante della Banca del Giappone potrebbe sortire effetti ancora maggiori qualora la BoJ decidesse di ampliare le misure di stimolo a fronte di un’inflazione ostinatamente al di sotto del target del 2%. L’azionario giapponese gode anche di trend di lungo periodo positivi. Dato l’impegno del governo per migliorare la corporate governance, sempre più società premiano gli azionisti con buyback e dividendi. Infatti, nell’esercizio chiuso a marzo 2015, i dividendi distribuiti sono cresciuti del 76% fino a 104 miliardi di dollari statunitensi”.

 

View positiva sull’equity giapponese condivisa da Kenji Ueno, portfolio manager del fondo UBAM - SNAM Japan Equity Value di Union Bancaire Privée (UBP): “Il nostro outlook sull’economia giapponese è altamente favorevole, ma ciò che è ancora più importante è che gli utili delle aziende nipponiche siano ai massimi storici. Gli EPS delle società nipponiche, infatti, stanno salendo molto e, considerando l'indebolimento della divisa del Paese, ci aspettiamo che nell'anno fiscale 2015 (da aprile 2015 a marzo 2016) questi crescano del 15%” sottolinea Kenji Ueno nell’articolo “Giappone, perché lo slancio al rialzo della Borsa continuerà”.

 

Yves Longchamp, Head of Research di ETHENEA Independent Investors (Schweiz) AG, dal canto suo, continua a mantenere una normale allocazione nelle azioni statunitensi, pur rimanendo scettico sul fronte della selezione dei titoli, soprattutto a causa delle valutazioni elevate. Per il manager, i dati macroeconomici USA forniscono indicazioni sufficienti a lasciar presagire un nuovo miglioramento dell’economia: pertanto la recente debolezza potrebbe essere solo temporanea. Inoltre, il brusco aumento di nuove abitazioni indica un’accelerazione dell’attività edilizia, mentre le prossime elezioni potrebbero causare un aumento della spesa fiscale, la stabilizzazione del dollaro potrebbe far dimenticare rapidamente lo shock valutario e l’accordo transpacifico potrebbe dare slancio al commercio con l’Asia.
“Di conseguenza, anche gli utili delle imprese dovrebbero continuare ad aumentare, dando impulso al mercato insieme all’attività di fusione e acquisizione da record” sottolinea Yves Longchamp nell’articolo “Wall Street, perché preferiamo non disinvestire”.

 

Infine, non mancano coloro che individuano opportunità anche nei mercati emergenti. “Continuiamo a vedere valutazioni fondamentali attrattive sui mercati azionari emergenti e parzialmente su quelli sviluppati. A livello geografico continuiamo a favorire la zona asiatica e manteniamo l’esposizione in Cina, Corea del Sud ed il Giappone. Ci aspettiamo ulteriore volatilità sui mercati azionari, causati dal rialzo dei tassi d’interesse globali e dalle importanti fluttuazioni dei cambi che riflettano le aspettative divergenti di crescita economica regionale” commenta Marcel Zimmermann, Portfolio Manager di Zest Asset Management nell’articolo “Borse, quelle emergenti hanno ora qualcosa in più” mentre Jing Ning, Gestore di FF China Focus Fund nell’articolo “Azionario Cina, come catturare le occasioni ancora presenti” ha spiegato le ragioni secondo le quali le prospettive del comparto A-Share sono incoraggianti, soprattutto considerando gli ottimi flussi di cassa disponibili e i buoni rendimenti associati a questi titoli.
“La corsa al rialzo delle azioni A è stata spesso contrassegnata da grandi oscillazioni quotidiane. Ciò è legato al fatto che oltre l'80% del volume giornaliero di contrattazioni delle A-Share deriva dagli investitori privati, molti dei quali stanno investendo per la prima volta. Pertanto per trovare valore in questo segmento occorre guardare dove gli altri non sono ancora arrivati, trovando azioni e settori che offrono opportunità concrete di valore e crescita nel medio e lungo periodo. Per fare ciò mi avvalgo di una solida struttura di ricerca proprietaria, che compie analisi approfondite sui singoli titoli, sui loro concorrenti, sui clienti e i fornitori, con l’obiettivo di identificare opportunità non correttamente prezzate dal mercato”.

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