crescita economica

Crescita Italia, perché far leva sull’industria cultural - creativa

29 Maggio 2015 09:30

financialounge -  crescita economica industria italia
’incoraggiante dato del PIL del primo trimestre 2015 (+0,3%), che ha segnato la fine della lunga recessione in Italia, si attendono conferme più sostanziose nei prossimi trimestri. Tuttavia, se è vero che le aspettative sono positive e molte previsioni sono state riviste al rialzo, la crescita del nostro paese resta ancora molto lontana da quel 2% (e oltre) che secondo alcuni economisti potrebbe essere alla nostra portata se fossero intraprese quelle riforme strutturali che imbrigliano le potenzialità italiane.
Nel frattempo, però, secondo alcuni autorevoli osservatori, una delle leve che l’Italia dovrebbe sfruttare meglio per accelerare nel suo processo di crescita consiste nell’investire con decisione nell’industria cultural – creativa. Si tratta di quel macro settore che aggrega, nel suo insieme, moda, design, alimentare, turismo, nautica, motori, gioielleria, wellness e cultura, e che permette al nostro paese di fatturare qualcosa come 100 miliardi di euro all’anno, pari a circa il 10% del mercato mondiale.
Un macro settore che, nonostante la crisi finanziaria, è comunque riuscito a registrare un tasso di crescita annuo del 5% negli ultimi anni, cioè più che doppio rispetto alla media della crescita della ricchezza media annua mondiale (e, soprattutto, in netta controtendenza con la recessione del nostro paese). I punti di forza dell’Italia sono ben precisi: nel segmento di gamma più alto, i marchi italiani si attestano al 22% nel mercato mondiale dei beni di lusso personali, al 30% nell’arredamento e nel design, al 24% nell’enogastronomia e al 10% della nautica.
Per gli addetti ai lavori, facendo gioco di squadra (Governo, Istituzioni per l’estero, media e comunicazione, grandi marchi, turismo e cultura) si potrebbe puntare nei prossimi 10 anni ad un fatturato di almeno 150 miliardi di euro e ad aspirare a mettere nel mirino una quota di mercato prossima al 15% del macro settore dell’industria cultural – creativa.

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