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Valute emergenti, i 3 fattori che le faranno risalire

28 Maggio 2015 10:12
financialounge -  cina crescita economica mercati valutari Patrick Zweifel Renminbi
Negli ultimi tre anni le divise dei Paesi emergenti hanno pagato a caro prezzo la rivalutazione del dollaro. In quest’arco di tempo, rublo russo, real brasiliano, lira turca e rupia indonesiana hanno ceduto tutte oltre il 30% rispetto al biglietto verde: persino lo zloty polacco e il peso messicano, fra le valute più resilienti del mondo in via di sviluppo, hanno perso il 16% circa. Ma ora, secondo Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management, si stanno configurando almeno tre importanti fattori capaci di supportare le divise dei paesi in via di sviluppo nei prossimi anni: dal previsto aumento delle esportazioni dalle aree emergenti ai flussi di investimento esteri, fino alle riforme strutturali in atto in molti paesi emergenti.
Certo non tutte le divise si comporteranno allo stesso modo tuttavia, in generale, dovrebbero guadagnare rispetto al dollaro quattro punti percentuali in media all’anno nei prossimi cinque anni, con le monete asiatiche in prima fila.

“Il previsto aumento delle esportazioni dalle aree emergenti rappresenta il primo fattore di supporto alle divise emergenti. Con la ripresa di USA, eurozona e Giappone, aumenterà probabilmente anche la domanda estera di beni prodotti nei Paesi in via di sviluppo. In base alle nostre stime, nel secondo trimestre Stati Uniti, area euro e Giappone evidenziano un’espansione dell’1,8% annuo, un tasso che storicamente coincide con un incremento dell’export dai mercati emergenti del 10% annualizzato. È vero, negli ultimi anni la sensibilità dell’export dei mercati emergenti alla crescita mondiale è forse leggermente diminuita in quanto stanno svanendo i benefici delle riforme realizzate in passato, ma la relazione fra le due variabili è ancora valida e può far lievitare notevolmente le esportazioni dai mercati emergenti. Un aumento delle esportazioni migliorerebbe il saldo delle partite correnti e quindi favorirebbe una rivalutazione delle divise emergenti rispetto al dollaro” fa sapere Patrick Zweifel secondo il quale i grandi produttori asiatici, fra cui Corea e Taiwan, dovrebbero essere i primi a beneficiare della ripresa delle economie avanzate.

Un altro fattore importante potrebbe essere costituito dai flussi di investimento. Di fronte al sempre maggior numero di obbligazioni dei Paesi avanzati con rendimenti reali o nominali negativi, gli investitori alla ricerca di una rendita sono a corto di opzioni. I tassi del debito emergente in valuta locale potrebbero quindi apparire decisamente allettanti, anche perché cambiano a poco più di 5 punti percentuali al di sopra dei bond dei mercati avanzati, vale a dire a due deviazioni standard oltre la media di lungo periodo.
Un ulteriore elemento di sostegno potrebbe arrivare dalle riforme strutturali in atto in diverse parti del mondo in via di sviluppo, che preludono a un aumento della produttività, prerequisito della rivalutazione monetaria. In America Latina, a guidare il processo di riforma è il Messico che, sotto la presidenza di Enrique Peña Nieto, ha varato misure ad ampio raggio in ambito energetico, finanziario, lavorativo, scolastico e delle telecomunicazioni. Anche in Cina è in atto un radicale programma di riforma che potrebbe tradursi in un forte apprezzamento della valuta. Mentre il governo di Pechino sta cercando di aumentare l’efficienza delle aziende statali, le autorità stanno anche lavorando alla progressiva rimozione del controllo sui prezzi nel settore idrico ed energetico, una misura che eliminerebbe le distorsioni all’origine di investimenti inefficienti nelle infrastrutture e nella capacità industriale del Paese.

Intanto, mentre il colosso asiatico ha intensificato gli sforzi per aprire i mercati finanziari agli istituti esteri, il renminbi potrebbe entrare nel paniere Special Drawing Rights dell’FMI, avvicinandosi così allo status di valuta di riserva. Considerate nel loro insieme, queste misure dovrebbero attrarre investimenti in Cina e portare a una rivalutazione a lungo termine del renminbi. “Con questo non intendiamo dire che la ripresa delle divise emergenti sarà veloce e lineare. Nei prossimi anni gli investitori assisteranno probabilmente a una notevole divergenza fra le singole monete. Ciononostante, le valute dei Paesi emergenti dovrebbero guadagnare rispetto al dollaro un 4% annuo nell’arco di cinque anni, a cominciare da quelle asiatiche. Il trend di lungo periodo consiste quindi nel vigore e non nella debolezza delle valute delle economie emergenti” conclude Patrick Zweifel.
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