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Fondi sovrani, il loro focus potrebbe presto cambiare

21 Maggio 2015 10:03
financialounge -  fondi sovrani investimenti mercati di frontiera mercati emergenti
I più importanti, in base al totale degli asset in gestione, sono il Norwegian Government Pension Fund Global, l’Abu Dhabi Investment Authority, il Sama Foreigns Holdings dell’Arabia Saudita, il China Investment Corporation e il Safe Investment Company di Pechino. Stiamo parlando dei fondi sovrani, le speciali cassi comuni controllate direttamente dai governi e alimentate dalle risorse accumulate da uno stato (da questo deriva la denominazione di «sovrano») a seguito di entrate straordinarie e consistenti derivanti o dalla vendita di risorse naturali (petrolio, gas, minerali, metalli preziosi, metalli industriali ecc.) oppure frutto del saldo positivo dell’export manifatturiero o, ancora, per impiegare le riserve in valuta estera.

Se alla fine del 2013 il portfolio delle attività dei 69 Fondi Sovrani esistenti ammontava a 6,3 mila miliardi di dollari USA, le stime suggeriscono che il patrimonio in gestione dei fondi aumenterà fino a 10 mila miliardi di dollari entro la fine del prossimo anno.
Grazie al loro orizzonte di investimento di lungo termine e l’esposizione a un rischio più elevato, i Fondi Sovrani si comportano spesso come investitori anticiclici. In quanto tali, investono anche nelle fasi di mercato in discesa e in asset scarsamente liquidi per trarre vantaggio dalla futura risalita dei prezzi e della liquidità: di conseguenza, gli investimenti dei Fondi Sovrani agiscono da stabilizzatori ed hanno giocato un ruolo importante nel corso della crisi finanziaria.
Una peculiarità che li rende particolarmente interessanti per capire quali possano essere in futuro i mercati che più beneficeranno del loro fondamentale effetto stabilizzante.

A questo proposito, è importante rilevare che potrebbero configurarsi significative variazioni nei loro futuri flussi di investimento. Dal 1995 al 2010 in media il 40% del patrimonio dei fondi sovrani sono stati investiti in Europa, il 27% in Asia e il 16% in Nord America. In futuro gli esperti prevedono però che i fondi sovrani investiranno sempre più nei mercati emergenti e nei mercati di frontiera: potranno inoltre rivolgersi sempre di più a investimenti alternativi, puntando in particolare sull’immobiliare, sulle infrastrutture e sul private equity.
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