Federal Reserve
Domani Pil Usa con il fiato sospeso in attesa della Fed
28 Aprile 2015 11:18

edì caldo domani a Wall Street. Si comincia alle 8.30 locali prima dell’apertura delle contrattazioni di Borsa con i dati del Pil del primo trimestre e si finisce alle 2.00 del pomeriggio, sempre locali, con il comunicato del FOMC (Federal Open Market Committee, l’organismo della Federal Reserve incaricato di sorvegliare le operazioni di mercato aperto negli Stati Uniti), che inizia oggi la sua due giorni. Non è prevista conferenza stampa, quindi comunicato da leggere con l’aiuto del semiologo.
Comunicato che, ovviamente, non potrà non tener conto del dato diffuso cinque ore e mezzo prima. Il consenso di mercato punta a una crescita dell’1 per cento, in rallentamento rispetto al 2,2 per cento del quarto trimestre del 2014. Il range delle stime è ampio, da un minimo di 0,2 per cento a un massimo di 2,4. Negli ultimi giorni qualcuno è diventato leggermente più ottimista, come JP Morgan che il 17 aprile ha alzato a 0,7 da 0,6. Ma nessuno si aspetta fuochi d’artificio.
Dalla forza dell’economia Usa dipende il timing dello stra-annunciato rialzo dei tassi da parte di Janet Yellen. I tassi Usa a 10 anni restano sotto il 2 per cento e i prezzi dei futures stimano la possibilità di una mossa già a giugno solo al 10 per cento ma il contenuto del comunicato potrebbe rafforzare o sminuire queste attese. Potrebbe ad esempio insistere sulla normalizzazione della politica monetaria e sul carattere transitorio del rallentamento economico. A questo punto le chance di un rialzo a giugno aumenterebbero e i t-bond soffrirebbero. Il mercato ormai si aspetta settembre o perfino il quarto trimestre. Se la Fed pensa di potersi muovere prima deve segnalarlo adesso, altrimenti si rischiano sbandate pericolose.
Comunicato che, ovviamente, non potrà non tener conto del dato diffuso cinque ore e mezzo prima. Il consenso di mercato punta a una crescita dell’1 per cento, in rallentamento rispetto al 2,2 per cento del quarto trimestre del 2014. Il range delle stime è ampio, da un minimo di 0,2 per cento a un massimo di 2,4. Negli ultimi giorni qualcuno è diventato leggermente più ottimista, come JP Morgan che il 17 aprile ha alzato a 0,7 da 0,6. Ma nessuno si aspetta fuochi d’artificio.
Dalla forza dell’economia Usa dipende il timing dello stra-annunciato rialzo dei tassi da parte di Janet Yellen. I tassi Usa a 10 anni restano sotto il 2 per cento e i prezzi dei futures stimano la possibilità di una mossa già a giugno solo al 10 per cento ma il contenuto del comunicato potrebbe rafforzare o sminuire queste attese. Potrebbe ad esempio insistere sulla normalizzazione della politica monetaria e sul carattere transitorio del rallentamento economico. A questo punto le chance di un rialzo a giugno aumenterebbero e i t-bond soffrirebbero. Il mercato ormai si aspetta settembre o perfino il quarto trimestre. Se la Fed pensa di potersi muovere prima deve segnalarlo adesso, altrimenti si rischiano sbandate pericolose.
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