Contatti

BCE

Obbligazioni, cosa fare adesso che il QE europeo è attivo

21 Aprile 2015 10:15
financialounge -  BCE BlackRock Mario Draghi politica monetaria quantitative easing riforme Scott Thiel
Nella riunione di mercoledì 15 aprile il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea (BCE) non ha adottato alcuna modifica al tasso di rifinanziamento principale, che è pertanto rimasto allo 0,05%, mentre quelli per i depositi e gli strumenti di prestito marginali, sono rimasti invariati, rispettivamente, al -0,2% e al -0,3.
Anche durante la successiva conferenza stampa Mario Draghi non ha aggiunto nulla di nuovo, in linea con quanto hanno fatto, nelle riunioni di politica monetaria, gli altri suoi colleghi delle principali banche centrali, compresa la Banca centrale norvegese, la Reserve Bank of Australia (RBA), la Banca del Canada e la Banca nazionale della Polonia.
Il presidente della BCE, in particolare, ha confermato la visione positiva dell’economia della zona euro intravedendo un miglioramento del ritmo di crescita, sottolineando che i rischi sono diventati ora più equilibrati a seguito delle recenti decisioni di politica monetaria, del crollo dei prezzi del petrolio e della caduta del valore dell'euro.

La BCE, in ogni caso, fa molto affidamento all’introduzione delle riforme strutturali nei singoli paesi dell’Unione. “Draghi ha inoltre osservato che è prematuro considerare la fine del programma di QE prima di settembre 2016 dato che è appena iniziato: ha cioè ribadito che esiste l’impegno per la piena attuazione del programma” commenta Scott Thiel, Deputy Chief Investment Officer of Fundamental Fixed Income e Capo del team Global Bond di BlackRock che, alla luce anche degli esiti della riunione della BCE, mantiene la propria tesi secondo la quale si vedranno emergere le divergenze delle politiche monetarie nel corso dell'anno. Finora, ha ricordato infatti lo strategist, la maggior parte delle azioni delle banche centrali nel 2015 è stata dalla parte allentamento, che si è riflesso sui mercati obbligazionari, come ad esempio l'allargamento spread tra Bund tedeschi e titoli del Tesoro USA.

“Il nostro scenario di base resta che la Federal Reserve e la Banca d'Inghilterra, che hanno entrambe adottato in precedenza programmi di QE, stringeranno le rispettive politiche monetarie nel corso di quest'anno. Queste opinioni si riflettono nella nostra visione positiva del dollaro USA, con una esposizione lunga (rialzista) sul biglietto verde rispetto al paniere delle valute del G10” sostiene Scott Thiel che poi dichiara di essere perfettamente consapevole dei rischi intorno liquidità e volatilità dei mercati.
“Vediamo il potenziale di ulteriore volatilità derivante dai problemi di liquidità che si presenteranno una volta che gli investitori cominceranno a concentrarsi sui grandi squilibri delle politiche monetarie e sull’affollamento in alcuni settori e segmenti di mercato” spiega infatti Scott Thiel. Lo strategist, infine, svela il proprio posizionamento anche in altre due aree valutarie importanti: quella australiana e quella giapponese. “La RBA ha mantenuto il tasso invariato ancora al 2,25% la scorsa settimana, deludendo molti operatori che si aspettavano invece un taglio dei tassi. Tuttavia, prevediamo che la RBA possa proseguire con questo atteggiamento piuttosto cauto in tema di tassi: rimaniamo pertanto lunghi (rialzisti) sulle obbligazioni governative australiane e short (ribassisti) sulla divisa per via del fatto che la domanda di materie prime e i prezzi delle commodity restano deboli” confessa Scott Thiel che, per quanto riguarda il Giappone
Share:
Trending