Contatti

deflazione

La possibile piacevole sorpresa della deflazione

14 Aprile 2015 09:45
financialounge -  deflazione inflazione politica monetaria Yves Longchamp
“Lo scorso anno i ricercatori hanno scoperto che i buchi neri emettono luce una volta superato il punto di non ritorno, sfidando le leggi della fisica. Se le scienze pure possono riservarci una tale piacevole sorpresa, lo stesso potrebbe accadere in economia a proposito della deflazione” dichiara Yves Longchamp, Head of Research di ETHENEA Independent Investors. Non si tratta di una provocazione ma di una conclusione a cui giunge analizzando l’attuale contesto deflattivo.
“La deflazione è come un buco nero: attira tutto ciò che si trova a passare nelle vicinanze e, una volta raggiunto il punto di non ritorno, i prezzi rimangono bloccati a zero e l'economia crolla. Questo quadro drammatico illustra il timore paradossale degli economisti di dover pagare meno per l'acquisto di beni e servizi. È essenziale stabilire se sia stato raggiunto o meno il punto di non ritorno” afferma Yves Longchamp che, subito dopo, si appresta a chiarire le conseguenze opposte tra l'inflazione negativa e la deflazione: “La prima stimola i consumi e l'attività economica complessiva, la seconda li riduce. La difficoltà che attende oggi le banche centrali riguarda il fatto che si sia raggiunto o meno il punto di non ritorno. Date tutte le incertezze che circondano i buchi neri, gli istituti di emissione dovrebbero evitare che la navicella dell'economia si avvicini ai bordi di uno di questi corpi celesti, superando il punto di non ritorno”.
All'indomani della crisi finanziaria globale i prezzi di tutte le materie prime sono diminuiti. Il calo più recente e pronunciato ha riguardato il prezzo del petrolio, che negli ultimi mesi si è più che dimezzato. Senza dubbio ciò accresce meccanicamente le pressioni deflazionistiche gravanti sul dato già depresso della crescita dei prezzi e costringe le banche centrali intente a perseguire un target d'inflazione a varare nuovi programmi di espansione monetaria. D'altro canto, la flessione dei prezzi delle materie prime alleggerisce i bilanci di molti consumatori e migliora i margini delle imprese.
“Se è così, il mondo potrebbe trovarsi in condizioni nettamente migliori di quanto pensiamo. Innanzitutto, ciò suggerirebbe che i guadagni di produttività sono stati generalizzati” puntualizza Yves Longchamp che poi spiega: “Si pensi ad esempio a come la tecnologia ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare negli ultimi 15 anni. In secondo luogo, indicherebbe che lo scoppio della bolla delle materie prime è un'evoluzione salubre”. L'Head of Research però conclude con un avvertimento: “Le banche centrali potrebbero adottare politiche troppo accomodanti in futuro se non operano una distinzione tra un'inflazione sana, o un lungo periodo di saldi, e una deleteria”.
Share:
Trending