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Idee di investimento - Azioni - 30 marzo 2015

30 Marzo 2015 09:40

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gestione dei risparmi, in questo particolare contesto di mercato, è una vera e propria scommessa su un futuro sconosciuto, ed esige la conoscenza delle tecniche ma anche l’intuizione dell’arte. Negli anni ’80 Robert Shiller di Yale notava come la volatilità dei prezzi delle azioni fosse decisamente aumentata rispetto ai cambiamenti reali delle società, indizio di come l’emotività stesse sopravanzando la razionalità. Shiller è stato tra i primi ad indagare le relazioni tra i modelli e la finanza comportamentale” sottolinea Carlo Benetti nell’articolo “Investire significa scommettere su un futuro sconosciuto” nel quale avverte gli investitori sul pericolo di un rialzo della volatilità: “Non sarà facile adattarsi al ritorno della normalità negli Stati Uniti dopo anni di politiche monetarie ultra espansive. E la volatilità dei mercati continuerà ad accompagnarci per molto tempo. Un primo assaggio lo abbiamo avuto l’altra settimana, con i risultati di una delle più attese riunioni del FOMC (Federal Open Market Committee, il Comitato che presiede le decisioni sui tassi di interesse)”.
Maggiori oscillazioni delle quotazioni sono previste pure da di Russ Koesterich, Strategist Global Chief Investment di BlackRock : “Prevediamo che la volatilità continuerà ad essere elevata. Mentre l’indice azionario USA S&P500 è riuscito a salire soltanto del due per cento finora quest'anno, la volatilità dei rendimenti giornalieri è superiore già del 25% rispetto all'anno scorso: aspettatevi che il percorso accidentato continui nei mesi a venire” fa notare lo strategist nell’articolo “La volatilità azionaria è destinata ad aumentare” mentre, in ogni caso, conferma il posizionamento di investimento principale: “Riteniamo che i recenti guadagni possano continuare e, quindi, manteniamo in sovrappeso le azioni rispetto alle obbligazioni. Un contesto che dovrebbe favorire il progresso del settore tecnologico: l’indice Nasdaq Composite è tornato sul livello del picco della bolla del 2000, ma l’aumento stavolta è imputabile alla crescita degli utili e non all'espansione dei multipli di Borsa. Basti pensare che le attuali quotazioni del paniere hi tech viaggiano intorno a 30 volte gli utili attesi, mentre il rapporto prezzo/utili (p/e) del 2000 si attestava a 175. Continuiamo inoltre a suggerire agli investitori di prendere in considerazione i titoli azionari internazionali nonostante le azioni di Europa e Giappone abbiano fatto meglio da inizio anno rispetto all’S&P500”.
Intanto, tra gli asset manager che mantengono un posizionamento neutrale nell’equity Europa, c’è chi ha cominciato a fare precise scelte di portafoglio. “Nonostante un contesto macroeconomico in miglioramento in Europa, restiamo neutrali sulle azioni europee che sono diventate meno attraenti in termini di valutazione assoluta dopo l'apprezzamento del mercato. In termini di ripartizione settoriale manteniamo un sovrappeso su healthcare, assicurazioni, telecomunicazioni, tecnologia e immobiliare per il dividend yield (rendimento dei dividendi attesi). Nel settore dei consumi discrezionali, abbiamo un sovrappeso nei media a discapito dei beni di lusso. Siamo neutrali per quanto riguarda invece i settori energia, banche, beni di prima necessita, beni strumentali e utilities. Sottoponderiamo globalmente i materiali di base ad eccezione del settore chimico. Privilegiamo in ogni caso la zona euro e le small cap” tiene a precisare il team azionario di Natixis Global Asset Management nell’articolo “Azionario Europa, non è ancora il momento di uscire”.
Infine, vale la pena soffermarsi su un tema di investimento che sta assumendo un ruolo crescente: le società con dividendi generosi. In base ad uno studio riportato nell’articolo “Mercato azionario, il ruolo determinante dei dividendi”, se la BCE riuscirà a raggiungere sia l’obiettivo della crescita economica che il target di inflazione al 2% con le sue ultime misure di politica monetaria, gli investitori saranno ben posizionati con i dividendi azionari. Per la loro natura difensiva questi titoli offrono un'importante combinazione di rendimenti da cedole relativamente elevate, volatilità storicamente bassa e protezione da inflazione e deflazione. Non basta, tuttavia, puntare sui titoli che evidenziano un dividend yield alto. “La promessa di alti rendimenti può essere un falso indizio per gli investitori e un segnale di stress delle aziende” tiene infatti a precisare Dan Roberts, Gestore del comparto FF Global Dividend Fund di Fidelity Worldwide Investment che poi spiega: “Questo è stato il caso di molti titoli del settore finanziario e delle telecomunicazioni negli ultimi anni. Quando un dividendo raggiunge quota 6-8%, aumenta la probabilità che il rendimento non possa essere pienamente sostenuto in seguito. Così, quando osserviamo le azioni che mostrano un dividend yield nominale del 5-7%, esaminiamo attentamente che tale cedola sia sostenibile e, al contempo,valutiamo la probabilità di un possibile taglio dei dividendi”.

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